Nel Parco nazionale del Gargano, dei pugliesi hanno smaltito illegamente dei rifiuti speciali e pericolosi nella zona di Manfredonia.
Buttare rifiuti in mezzo alla strada, o non solo, può inquinare l’ambiente, ma l’ambiente viene fortemente danneggiato se rifiuti speciali e molto pericolosi vengono sotterrati nei terreni invece di essere smaltiti come si dovrebbe.
Nel Parco nazionale del Gargano sono state trovate circa 70 tonnellate di rifiuti pericolosi come amianto, rifiuti speciali costituiti da resti da demolizione (materiale ferroso, bidoni in plastica, piastrelle e mattoni), ecc…
Con l’accusa di traffico illecito di rifiuti speciali i Carabinieri di Bari con i colleghi del comando provinciale di Foggia, hanno arrestato sei persone, i titolari di tre società di Manfredonia e Vico del Gargano (una edile e due di trasporti), il proprietario del suolo e due autotrasportatori.
Il proprietario del terreno riceveva ogni giorno gli automezzi carichi di rifiuti, che faceva scaricare nella sua proprietà senza alcuna autorizzazione, consentendo così un risparmio di ben 90 mila euro a chi portava i rifiuti.
I fatti denunciati si riferiscono al periodo compreso tra il 2017 e il giugno 2019. Con lo smaltimento illecito, documentato grazie a video, intercettazioni e rilievi fotografici, gli indagati avrebbero risparmiato circa 90 mila euro di costi di smaltimento. La Procura ha disposto una consulenza tecnica per calcolare anche i costi che lo Stato dovrà sostenere per bonificare l’area, stimato in 170 mila euro.
Con gli arresti, i militari hanno eseguito il sequestro dell’area usata come discarica abusiva e dei tre automezzi utilizzati per portare i rifiuti. Complessivamente sono indagate otto persone e la società edile.
I rilievi fotografici e l’analisi delle immagini immortalate da Google Heart hanno consentito di accertare anche l’asportazione di 16 alberi per spianare l’area e accogliere i rifiuti, su cui era in progetto la realizzazione di un parcheggio e un b&b.
Il tutto è stato scoperto per caso, grazie ai filmati delle telecamere attivate per le indagini del quadruplice omicidio nel quale persero la vita il boss Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e due agricoltori innocenti.
Gli automezzi, che arrivavano carichi di rifiuti, riversavano il tutto nell’area protetta.
I continui movimenti nella zona hanno insospettito gli investigatori, che hanno dato vita all’operazione “Black cam”, portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, insieme al Comando Provinciale di Foggia.
Mennella Martina & Rinaldi Anna 2^I