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Gentilissimo Dirigente, insieme ai nostri compagni e alle nostre insegnanti, abbiamo messo a punto una serie di domande che ci piacerebbe porle per capire un po’ meglio il suo lavoro così delicato e di primaria importanza per il buon funzionamento della scuola. La ringraziamo in anticipo per la disponibilità mostrata nel volerci accogliere e per il tempo che ci sta dedicando. Partiamo dalle prime domande sulla sua vita professionale:- Perché ha scelto di svolgere questa professione e non un’altra?
- Bene, la mia è una formazione umanistica, da giovane ho frequentato il Liceo, poi mi sono iscritto alla facoltà di Lettere, indirizzo classico. Ho sempre nutrito grande interesse per la cultura latina e greca e ho iniziato il mio percorso lavorativo come insegnante liceale; nel tempo, tuttavia, ho cominciato a maturare anche interessi di tipo giuridico, mi sono appassionato agli aspetti organizzativi della scuola e, dopo aver vinto il concorso, ho deciso di intraprendere la carriera di Dirigente.
- Da quanti anni svolge questo mestiere?
- Svolgo la funzione di Dirigente da sei anni. Ho ricevuto il mio primo incarico da Preside in Lombardia, in provincia di Brescia, poi ho ottenuto il trasferimento qui in Sicilia.
- La scuola è situata in una realtà locale per certi versi difficile. Come affronta quotidianamente le difficoltà che il territorio le pone davanti?
- Già quando lavoravo in Lombardia e valutavo la possibilità di un trasferimento sapevo della “Cesareo”, sapevo che era un’ottima scuola nonostante si trovasse in una realtà periferica.
- Quando era piccolo, avrebbe mai pensato che da grande avrebbe fatto proprio questo lavoro?
- Quando ero molto piccolo, in realtà, il mio sogno più grande era quello di guidare un treno, era quello il mio lavoro ideale. Mio padre, che conosceva bene la mia passione per i treni, mi portava alla stazione e lì tutti e due stavamo ad osservare partenze e arrivi. Rimanevo incantato nel vedere le locomotive sfrecciare… il primo regalo che ricevetti fu un trenino elettrico… mi viene un po’ da sorridere al pensiero che oggi invece guido una scuola.
- Il suo lavoro da Dirigente le dà più soddisfazioni o più preoccupazioni?
- Si tratta di un lavoro complesso, che richiede molto impegno e comporta molte responsabilità, ma che è anche in grado di dare moltissime soddisfazioni.
- Cosa dobbiamo fare noi studenti per non deluderla?
- Come avrete visto dalla lettura delle circolari, alla fine di ogni comunicazione rivolta ai docenti o ai discenti della scuola è presente la frase “Sempre con passione per la scuola!”. Ecco, mi piacerebbe che studiaste e vi impegnaste sempre con passione, qualsiasi percorso possiate intraprendere, qualsiasi attività decidiate di svolgere.
- In cosa può ancora migliorare la nostra scuola? Sono previsti dei fondi pubblici o privati a tal fine?
- Come potrete bene immaginare, i fondi pubblici ai quali attingono le scuole risultano spesso insufficienti rispetto alle reali esigenze che si presentano quotidianamente all’interno di un istituto. Assume allora importanza rilevante il contributo delle famiglie.
- Cosa ne pensa dei progetti pomeridiani che sono stati attivati nella nostra scuola?
- Sono molto soddisfatto dei progetti pomeridiani della nostra scuola. I progetti sono strettamente legati alla storia della “Cesareo” e alla sua crescita nel tempo. Alcuni fanno storicamente parte delle tradizioni dell’istituto ed erano già stati avviati negli anni precedenti al mio arrivo; altri, invece, sono stato io a introdurli con l’intento di soddisfare, oltreché le aspettative e i bisogni dell’utenza, i desideri e le competenze dei docenti. Mi riferisco, non a caso, al giornale della scuola che, trasformato da cartaceo a digitale, è stato inserito nella piattaforma di Alboscuole con un non indifferente aumento di visibilità.
- Quale Istituto superiore ha frequentato dopo la fine della scuola media?
- Ho frequentato il Liceo Classico “Scaduto” di Bagheria, una scuola molto valida che ha contribuito notevolmente alla mia formazione culturale.
- Quali erano le sue materie preferite?
- Avendo scelto gli studi umanistici, mi piaceva molto studiare il latino, il greco e l’italiano. Mi interessavano molto anche la storia dell’arte e le lingue straniere. Non ho mai, invece, avuto un debole per la matematica. Mi piaceva poco la chimica e non amavo l’educazione fisica, forse anche per via dell’insegnante che avevamo.
- Praticava qualche sport da ragazzo?
- No purtroppo, dedicavo tutto il mio tempo allo studio. È un mio rammarico, mi sarebbe piaciuto aver praticato una disciplina sportiva.
- Tra i suoi ricordi di studente, c’è qualche episodio accaduto nella sua scuola legato ad atti di bullismo?
- No, fortunatamente no. Il mio era un Liceo molto serio e gli insegnanti erano molto severi ma estremamente attenti nei confronti dei ragazzi e delle relazioni interpersonali tra studenti, sempre vigili e pronti a salvaguardare ognuno di loro.
- Quanto tempo dedicava allo studio? Ogni tanto riusciva a concedersi qualche distrazione?
- Mi impegnavo per molte ore al giorno: iniziavo subito dopo pranzo, alle 15.00, e studiavo per tutto il pomeriggio; riprendevo dopo cena e, in certi casi, ripassavo le lezioni anche al mattino, prima di andare a scuola. Durante la settimana non c’erano distrazioni, ma il sabato uscivo con i miei compagni per una passeggiata e tutti insieme andavamo a mangiare una pizza. Con alcuni di loro sono ancora in contatto. La foto che vedete alle mie spalle ci ritrae insieme durante una serata organizzata poco tempo fa, una “rimpatriata” dopo venticinque anni dalla fine della scuola. Il Preside ci chiede di avvicinarci e di guardare la foto.
- Quali sono i suoi passatempi preferiti?
- La lettura è il mio passatempo preferito, anche se non sempre oggi trovo il tempo di leggere durante la giornata. Non rinuncio, però, al libro sul comodino per le letture serali; quelle non mancano mai. Inoltre mi piace tanto anche la musica.
- Ha mai partecipato da studente a un progetto giornalistico?
- Sì, certo, ho diretto la redazione giornalistica del mio Liceo. Il nostro giornale si intitolava “The speakers’ corner”, in omaggio al famoso “angolo degli oratori” di Hyde Park, a Londra. Si proponeva di coinvolgere tutti coloro che desideravano scrivere e al suo interno vi erano numerose rubriche.
- Ha una squadra del cuore? Quale?
- Tifo per l’Inter. In realtà questo interesse è nato del tutto casualmente: da piccolo desideravo avere un completino da calcio e mio padre, da tifoso del Milan qual era, ne cercò inutilmente uno della mia misura con i colori della sua squadra preferita. Finì col comprarmi un completino dell’Inter, l’unico che aveva trovato della mia taglia, ma io ero contento lo stesso e decisi di diventare interista.
- C’è stato un insegnante che ha lasciato un segno importante nel suo percorso scolastico?
- Ricordo ancora con molta stima la mia insegnante di latino e greco, una professoressa bravissima e molto severa. E’stata lei a suscitare in me l’amore per gli studi classici. Ha costituito per me un modello anche nella sua severità. I bravi insegnanti devono anche essere severi, orientare i ragazzi all’ordine, devono lasciare il segno e indicare una via da seguire.
- Il suo lavoro le consente di trascorrere del tempo con la sua famiglia?
- Purtroppo dedico pochissimo tempo alla mia famiglia, anche quando torno a casa spesso continuo a ripensare al lavoro a scuola. Non è un bene, però, bisognerebbe vivere non soltanto di lavoro.
- Quali erano i suoi sogni da ragazzo? Alcuni tra questi si sono realizzati?
- La mia ambizione era quella di diventare un professore. Già a scuola, quando tutti i compagni sognavano di essere avvocati o ingegneri, più per seguire le mode del tempo che per convinzione sincera, io pensavo al lavoro del professore di liceo. Al momento dell’iscrizione all’Università ero un po’ indeciso tra le lingue e le materie letterarie, poi scelsi le lettere classiche. E con passione ho lavorato per raggiungere la meta che mi ero prefissato.
- Siamo all’inizio del nuovo anno; quale augurio vuole rivolgere ai ragazzi che frequentano la nostra scuola?
- L’augurio che intendo rivolgere a tutti voi studenti è che possiate sempre abbracciare con ardore ed entusiasmo le attività che siete e sarete chiamati a svolgere, lo studio in primo luogo, ma anche i vostri hobby e i vostri interessi preferiti.
- So che queste erano le domande che avevate previsto di rivolgermi, ma abbiamo ancora del tempo e, se volete, possiamo continuare la nostra chiacchierata. Avete altro da chiedermi? C’è qualcos’altro che vi piacerebbe sapere?
- Amavo molto Giovanni Pascoli, mi è sempre piaciuto il suo mondo, che in fondo è molto simile al mio, un mondo fatto di piccole cose… Pascoli è il poeta delle piccole cose ma la forza dei simboli presenti nella sua poesia è straordinaria.
- È difficile dirlo, i libri interessanti sono tanti, ma forse il mio libro preferito rimane “Cuore”, di E. De Amicis. I personaggi, gli alunni e gli insegnanti che incontriamo tra le sue pagine ci parlano ancora oggi della scuola più bella e più vera.
- Mi piacerebbe praticare il nuoto, forse perché amo molto il mare, il sole e l’estate.
- No, non credo. Forse, però, mi rimprovero il fatto di aver talvolta sopravvalutato alcune persone.
- No, al momento non è possibile perché non abbiamo ancora ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie. Si tratta di uno spazio che non ci appartiene per raggiungere il quale bisogna attraversare una strada pubblica. Prima di poterne fruire, è necessario che tutto sia in regola.
- Ricordo una professoressa di italiano le cui valutazioni non erano oggettive. Rimasi deluso dal suo comportamento perché non valorizzava adeguatamente l’impegno dei ragazzi che avevano studiato in modo approfondito gli argomenti nel corso di tutto l’anno scolastico. Equiparava i risultati degli alunni più meritevoli a quelli di chi invece, solo in vista dell’interrogazione, improvvisava una “preparazione last minute”.
- Ricordo con molto affetto una mia cara zia, faceva la maestra, la classica maestra delle scuole elementari, anche lei molto severa…
- Sono io, da piccolo. E’ una foto a cui sono molto legato, poiché era lì presente al mio fianco mio padre, ormai scomparso. Prende in mano un oggetto ed aggiunge: sono molto legato anche a questa statuetta che ritrae San Giovanni Bosco, per la sua concezione della scuola e per il suo ruolo di maestro della gioventù, ma probabilmente anche perché mi ricorda una mia esperienza di insegnamento presso i Salesiani.
- Dare un contributo a migliorare la società! Sorridendo nel rispondere a quest’ultima domanda.