//IL BUIO DELL’AUTOLESIONISMO, LA LUCE DELL’AMICIZIA

IL BUIO DELL’AUTOLESIONISMO, LA LUCE DELL’AMICIZIA

di | 2020-02-09T17:44:25+01:00 9-2-2020 17:36|Alboscuole|0 Commenti
E’ mai possibile che dei giovani arrivino all’”autolesionismo”? E che siano tanti a procurare, anche inconsciamente, danni alla propria persona? Forse un tale fenomeno non è conosciuto nella sua reale dimensione ma, purtroppo, è piuttosto frequente, in particolare nella fascia adolescenziale (tra i 13-18 anni) quando i ragazzi tendono in tutti i modi a farsi accettare dalla “MASSA” e in caso di rifiuto arrivano a chiudersi in se stessi facendosi del male, ricorrendo a tagli e bruciature, assumendo quantità di farmaci, rifiutando il cibo o, forse, stordendosi con bevande alcoliche. Una delle cause principali è il bullismo, un bullismo soprattutto di carattere psicologico ed ancor più amplificato dalla diffusione dei “social”. Sembra qualcosa di lontano dalla nostra realtà quotidiana. Mai avremmo immaginato di venirne a conoscenza in maniera diretta, tra i banchi di scuola, a stretto contatto giorno per giorno con nostri coetanei. Il riferimento è ad una ragazza della “classe”, all’apparenza come gli altri, ma nello stesso tempo alquanto strana (“strana” perché restava sempre in disparte con quel sorriso stampato ma con quegli occhi malinconici, come se volessero dire qualcosa). Accorgendoci del suo star male, della sua “timidezza” nell’aprirsi, abbiamo cercato di aiutarla facendole capire che di noi si poteva fidare, spronandola in cose che lei pensava fossero impossibili fare e così abbiamo scoperto che era stata vittima di bullismo. Aveva avuto anche disturbi alimentari arrivando a pesare 40 kg con rischio di morte improvvisa. Una sola era la causa di tanto malessere: “LE PERSONE”. Le parole che le dicevano l’avevano segnata a vita, era stata oggetto di insulti come: “Peppa Pig”, “Sei obesa”, “Fa’ la dieta”, “Con noi non puoi restare”… . Una situazione insopportabile per cui era arrivata ad un punto di non pensare più a niente. Restava in lei una sola convinzione: quella di non essere degna di rimanere in questo mondo, l’unico desiderio che aveva era quello di MORIRE. Arrivò un giorno in cui decise di rimboccarsi le maniche e dire BASTA a tutto ciò! E da lì, anche se con difficoltà, sta cercando di risalire la china. Un confronto aperto con tutta la classe ci ha fatto capire che oggi giorno è sempre più semplice giudicare le persone anziché comprendere ciò che si ha dentro e che bisogna essere meno superficiali e non sottovalutare i gesti e le parole (anche quelle dette solo per scherzo). ANTONELLA BIFONE E MARGHERITA SABATINO (3^ C)