Lo spettacolo teatrale “Terry”, rappresentato presso il teatro Koreja, affronta il tema del bullismo e, in particolar modo, si riferisce al bullismo verbale. I personaggi di questa storia sono due: Terry, il bullo, e John Tammet, la vittima. Terry è un ragazzo simpatico, spiritoso, sa sempre come comportarsi e vestirsi, riesce a coinvolgere i suoi compagni ed è riuscito a coinvolgere anche noi “spettAttori” dal momento che abbiamo preso parte alla rappresentazione, coinvolti in alcuni momenti proprio dal bullo. John Tammet invece é il debole, la vittima; è un ragazzo autistico che sogna di lavorare da grande alla NASA ma ha problemi nel relazionarsi con gli altri e nell’esprimere i propri sentimenti. Una storia di ordinario bullismo, insomma, e un’ulteriore occasione per riflettere su questa problematica affrontata in questi giorni in classe. Ci siamo resi conto che le risate prima suscitate dagli scherzi del bullo, si sono trasformate ad un certo punto in una sensazione di amarezza per ciò che la vittima era costretta a subire. Tutti cioè ci siamo sentiti in qualche modo delle vittime, abbiamo compreso lo stato d’animo di chi vive quotidianamente questo tipo di violenza, essendo scattata in noi appunto l’empatia, e non abbiamo più condiviso l’atteggiamento di Terry. Una scena particolarmente significativa è stata quella in cui il bullo, dopo aver perso una partita ad un videogioco, sfoga la sua rabbia lanciando una pallina da tennis contro lo schermo. La pallina però torna indietro e si moltiplica, colpendo ripetutamente il bullo. Le palline erano la personificazione dei problemi di Terry che in famiglia era costretto ad assistere alle liti continue dei suoi genitori. Anche il bullo, quindi, a sua volta è una vittima che non sa gestire le sue emozioni correttamente, attacca gli altri per nascondere le sue debolezze, ha paura di mostrarsi per quello che è, si mimetizza facendo il duro, proprio come il camaleonte che campeggia sul suo giubbotto. Questa metafora ci fa comprendere che se viviamo una situazione problematica dobbiamo affrontarla chiedendo aiuto agli altri. I problemi infatti sono proprio come le palline da tennis di Terry: se li allontaniamo, li lanciamo via, ritornano più numerosi e difficili da gestire.
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