//GLi Ebrei in Italia alla fine del secondo conflitto mondiale

GLi Ebrei in Italia alla fine del secondo conflitto mondiale

di | 2020-01-27T18:25:06+01:00 27-1-2020 18:25|Alboscuole|0 Commenti
Di Giorgia di Pietro – Classe II sez. E   Alla fine della seconda guerra mondiale, in molte zone d’ Italia furono organizzati dei centri di raccolta di ebrei sopravvissuti alla furia dell’ olocausto. Mentre il conflitto era ancora in corso, l’avanzare degli alleati lungo la penisola permise di far venire allo scoperto gli ebrei che erano riusciti a nascondersi per evitare la deportazione nazista, mentre subito dopo la fine della guerra gli alleati furono aiutati proprio dagli stessi ebrei a far nascere i primi centri di assistenza a favore dei sopravvissuti alla persecuzione. La Puglia fu una delle regioni italiane maggiormente interessate da questa vicenda, che vide organizzarsi diversi campi di raccolta per profughi gestiti dalle forze alleate, inglesi per lo più, e dislocati in più zone della stessa regione. Uno dei più significativi centri fu fondato a Santa Maria Al Bagno in provincia di Lecce e poco dopo a Bari, Trani e Barletta. L’obbiettivo principale dei campi di raccolta profughi ( DP CAMP ) in Italia era difficile: si trattava di far ritornare alla vita migliaia di vittime dell’ orrore nazista i cui occhi altro non avevano visto che distruzione e morte nell’attesa di essere trasferite nello nascente stato di Israele e in altre zone del mondo come ad esempio il sud America. Le condizioni di vita nei campi furono inizialmente tutt’altro che agevoli : la scarsità di cibo e medicinali fece crescere il malcontento e riportò alla luce l’ incubo di essere ritornati in un lager. Tra il 1945 e il 1951 furono numerose le manifestazioni di malcontento e le rivolte. Alla fine del 1945 nei 45 centri sorti sul territorio italiano i rifugiati imparavano principi di agraria, i fondamentali della futura costituzione dello stato d’ Israele, la lingua ebraica e l’istituzione militare in vista dell’ imminente trasferimento verso una nuova vita nello stato ebraico . Un particolare caso riguarda la colonia di Eretz Israel nella località montana lombarda di Selvino, provincia di Bergamo. Fu fondata alla fine della guerra utilizzando una colonia ricreativa fiore all’occhiello del ventennio fascista, chiamata Sciesopoli . Nel complesso trovarono rifugio i bambini e gli adolescenti sfuggiti all’olocausto . Erano circa 800, molti dei quali orfani . Arrivarono a Selvino alla fine del 1945 da tutta l’ Europa. Il direttore del centro,  Zeiri, organizzò una serie di attività ricreative e didattiche per la riabilitazione dal trauma gravissimo che i giovani ospiti avevano vissuto e che era ancora vivo nei loro occhi. La vita tornava ad affacciarsi ai piedi delle montagne della bergamasca tra attività sportive, vita di comunità, scuole di lingue e corsi professionali in vista della partenza per la terra d’ Israele . Per quei pochissimi che ebbero la fortuna di vederla.