Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universali dei Diritti Umani.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”: questo è il primo dei trenta diritti elencati nella Dichiarazione. A scuola abbiamo svolto un lungo progetto proprio sui Diritti umani che si è concluso il 10 dicembre con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato anche due personaggi illustri: il dottor Luciano Tuseo e il giornalista Silvestro Montanaro. Io, come la maggior parte dei miei compagni, ho partecipato a questo progetto attivamente e con molto entusiasmo. Abbiamo cominciato a lavorarci da metà ottobre facendo uno studio molto approfondito in quasi tutte le materie; come supporto allo studio abbiamo adoperato un opuscolo, consegnatoci dai docenti, in cui erano elencati i trenta diritti con una breve didascalia che ne spiegava il significato. Abbiamo fatto ricerche su alcune icone che hanno cambiato il mondo difendendolo e lottando contro ogni tipo di discriminazione come Mandela, Malala, Martin Luther King e Gandhi. Successivamente, sugli stessi, abbiamo realizzato dei cartelloni ricchi di immagini e disegni, con cui abbiamo spiegato cosa hanno fatto di importante citandone frasi celebri. Con la professoressa di tecnologia abbiamo costruito degli aquiloni che poi abbiamo decorato in svariati modi nelle ore di arte. In italiano abbiamo studiato tutti i diritti che possediamo, partendo da quelli del fanciullo, passando a quelli elencati nella Costituzione italiana per concludere poi con i Diritti Umani; in più abbiamo osservato e analizzato i luoghi in cui vengono violati, ne abbiamo parlato e abbiamo svolto lunghi dibattiti. Le classi seconde, tra cui anche la mia, hanno approfondito gli articoli 13, 14 e 19, ovvero libertà di movimento, diritto di asilo e libertà di espressione. Con l’insegnante di storia ci siamo immedesimati in persone a cui era stato negato uno di questi tre diritti e, in gruppi, giorno per giorno, in una settimana, abbiamo scritto un diario in cui raccontavamo le nostre esperienze. Io ho dovuto far finta di non avere il diritto d’asilo: nella mia immaginazione in Italia c’era la guerra e volevo scappare ma, non so per quale motivo, non mi era permesso. Ho provato a ragionare con la testa di un immigrato che cerca di approdare in Sicilia e penso di esserci riuscito molto bene. Devo ammettere che è stato davvero inquietante. Infine, in classe, abbiamo provato a intonare alcune canzoni contro la violenza e le differenze razziali; abbiamo cantato tutti insieme e, anche i professori “ci hanno dato dentro”, divertendosi con noi alunni a “rovinare” i brani, stonando inconsapevolmente.
Nella mattinata di lunedì 9 dicembre siamo partiti da Piazza Orologio, la piazza più antica del paese, con un corteo sfilando per le principali strade del paese per far sapere a tutti, dai più anziani ai più piccolini, che questi diritti esistono, li possediamo e dobbiamo beneficiarne al meglio, in quanto Esseri Umani. Abbiamo cantato i pezzi imparati a scuola e mostrato alle altre classi e a tutta la città il lavoro svolto. Abbiamo anche provato a far volare gli aquiloni, ma non tutti ci sono riusciti. Abbiamo fatto una lunga sosta nella Piazza centrale e, successivamente, siamo ripartiti con una nuova rotta: quella che ci avrebbe riportati a scuola. Sinceramente, il senso del corteo per me è stato molto profondo e significativo e mi ha permesso di vivere una bellissima giornata.
Come già detto, il 10 dicembre siamo giunti alla conclusione del progetto con una tavola rotonda. La scuola, per concludere alla grande questo percorso, ha invitato il dottor Luciano Tuseo e il giornalista Silvestro Montanaro per raccontarci le loro esperienze di vita sul campo e gli stessi hanno accettato con piacere e ci hanno dato una grandissima lezione di vita. Il primo è un medico che lavora per l’OMS e combatte malattie rare e mortali, come la lebbra e la malaria, nella parte povera del mondo. Silvestro Montanaro è un ex giornalista della Rai che ha condotto inchieste molto pericolose. Proprio la Rai ha oscurato il suo programma a causa delle troppe verità che rivelava ai suoi telespettatori. Da allora si dedica alla scrittura di libri. La professoressa Bonelli ha moderato l’incontro, introducendolo, presentando i due ospiti e dando loro la parola. Questi si sono espressi con molta semplicità ed umiltà, facendo capire problemi e situazioni complesse anche a noi più piccoli. Il dottor Tuseo ci ha raccontato del suo stupore quando, all’ingresso di un ospedale cambogiano, ha letto la seguente frase:
“Io tratto i miei pazienti come tratto i miei genitori”. Il dottore, inoltre, ci ha mostrato e illustrato i luoghi in cui manca la democrazia e, proprio per questo, il tasso dei diritti violati è molto alto. Dalle cartine che ci ha mostrato abbiamo potuto capire che ciò avviene soprattutto nei Paesi africani e ad est del mondo.
“Fate la differenza, aggiungete valore alla vostra vita. La differenza non la fa solo chi ha qualcosa da dire e la dice a tanti, ma soprattutto chi ascolta e riporta agli altri, chi rielabora il messaggio, chi spiega e presta attenzione. Chi dà valore reale all’ uomo. Chi si preoccupa di guardare gli altri e, per miracolo, finisce per vederli. Abbiate il coraggio di essere umani! Siate certi che nessuno resti indietro”. Così ha concluso il suo intervento Luciano Tuseo e di queste parole ne farò tesoro.
Silvestro Montanaro, invece, ci ha raccontato la storia di una ragazzina della nostra età, di nome Alessandra, venduta più volte e abusata sessualmente. Ci ha parlato anche dello slogan “Prima gli italiani” e ci ha detto che l’unica cosa in cui siamo primi nel mondo è l’indice di pedofilia e di turismo sessuale e, ironicamente, ha detto che ne va fiero.
“Con l’indifferenza abbiamo fatto divenire realtà gli orchi delle favole”; queste parole del giornalista hanno lasciato dentro di me un segno indelebile. Con queste voleva dirci di non essere mai indifferenti e di denunciare qualunque ingiustizia con cui veniamo a contatto, che sia su di noi o che sia su uno sconosciuto, perché colui che tace diventa complice di chi compie l’ingiustizia. Ci ha mostrato successivamente un video estrapolato da una sua inchiesta sui bambini soldato in Congo. Questi vengono reclutati dai ribelli addirittura dall’età di sei anni, vengono addestrati per uccidere e lo fanno purtroppo sotto l’effetto di droghe. Non si spaventano di tagliare un naso, una mano o un intero arto. Bambini che portano il peso di un’arma più grande di loro che non la lasciano nemmeno quando giocano. Bambini che “di giorno consumavano ogni atrocità e di notte hanno paura del buio”.
Mi chiedo come sia possibile che nessuno si adoperi per porre fine a queste atrocità, mi chiedo perché un bambino della mia stessa età non abbia diritto alla mia stessa felicità, mi chiedo perché tutti sanno ma si girano dall’ altra parte come se non li riguardasse, mi chiedo perché i Paesi civilizzati e industrializzati dell’Occidente, continuano a sfruttare e derubare l’Africa delle sue preziose materie prime senza preoccuparsi del suo popolo, mi dico che sono stato davvero fortunato a nascere da questa parte del mondo.
Spero che un giorno tantissimi Luciano e tantissimi Silvestro possano impegnarsi per difendere i nostri diritti e denunciare le ingiustizie e spero che a lottare lì in mezzo ci sia anche io. Adesso però, devo dedicarmi allo studio perché solo con esso e con l’istruzione posso capire quello che succede nel mondo e come combattere.
Sento di dover ringraziare la Dirigente scolastica per questa grande opportunità; è una persona sempre molto attenta a questi temi e questo non fa che sensibilizzare noi ragazzi che siamo il futuro di questa Terra. Gli insegnanti che ci seguono con pazienza e attenzione. Il dottor Tuseo e il giornalista Montanaro per averci fatto scoprire una realtà a molti di noi sconosciuta.
“Un bambino, un insegnante un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
Cit. Malala
Alessandro Cellamaro
classe 2^A
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