Di Elena Carbutti classe II sez. L
Oggi, venerdì 20 dicembre, tutte le classi seconde della scuola Vaccina, si sono recate al Teatro Petruzzelli di Bari, per assistere alla rappresentazione teatrale di “La Bohème”, composta da Giacomo Puccini.
Partiti da scuola alle 9:00, siamo arrivati a teatro verso le 10:30; tuttavia, guardando l’imponente edificio che si stagliava rosso e bianco nel cielo, troneggiando sui palazzi circostanti, ho pensato che fosse valsa assolutamente la pena di trascorrere tanto tempo in autobus.
Quando, poi, siamo entrati, sembrava che avessimo attraversato un portale spazio-temporale che ci aveva portati agli inizi del Novecento, periodo di costruzione del teatro; le pareti dei corridoi color oro con ricchi decori dello stesso colore, statue di bianco marmo, scolpite così bene da sembrare vere, tende di velluto rosso, così come i tappeti nell’ingresso…
Seduti sulle poltrone dei vari ordini del teatro, abbiamo assistito ad una storia struggente e romantica, comica e tragica, presentataci dal buffo narratore Ratto. La storia, ambientata nella cupa Parigi invernale, in particolare in una gelida soffitta, ma anche in un alquanto vivace caffè della città, narrava delle vicende di un gruppo di bohèmien, tra cui Rodolfo e Marcello, che, tra amori, litigi, pene e malattie, trascorreranno un inverno, se pur dal finale tragico, indimenticabile.
La tragedia, sostenuta dalle musiche lente e armoniose prodotte dall’orchestra, che accentuavano ancora di più la sensazione di trovarsi nella Bari di oltre un secolo prima, e messa in scena in uno dei più bei teatri della Puglia, ci insegna, attraverso la storia d’amore tra Mimì, malata di tisi, e Rodolfo, che bisogna vivere il momento e godersi le piccole gioie quotidiane.
Non meno importante è, poi, l’insegnamento impartitoci da Ratto alla fine dello spettacolo: con la fantasia si può fare tutto e un’opera considerata mediocre non lo è più del commento che la giudica tale.