di Margherita Bigarello 1^ A. – Cari lettori la storia che state per leggere è frutto della mia fantasia. Da dove deriva? E’ semplicemente pura inventiva generata da un mio sogno che è la risultante di un mix di tanti sogni, anzi a dirla tutta, potrei spiegarla in mooolti modi, ma preferisco che voi la interpretiate ognuno in modo diverso. Detto questo vi lascio alla storia.
Come ogni pomeriggio giocavo nel giardino sul retro del nostro condominio con il mio cane Cris. Era un caldo pomeriggio di luglio ed erano da alcuni giorni cominciate le vacanze estive quindi mi godevo il mio tempo leggendo fumetti, giocando alla play e passando intere mattinate con i miei amici.
Per dirla tutta una normalissima estate in cui ci si riposa e non si pensa ad altro se non: a rilassarsi, andare a pescare e rubare le caramelle ai bambini più piccoli, però quest’ultima cosa non fatela.
Ad un certo momento mentre tiravo il pallone contro il muro vidi una strana nuvola avvicinarsi pensai che fosse soltanto un nuvolone di passaggio così richiamai Cris e uscii dal giardino chiudendomi il cancello alle spalle.
Percorsi il piccolo viale saltellando un po’, un gioco che ci siamo inventati io e Ciro (il mio migliore amico) e, con un balzo, saltai sul tappetino vicino al l’armadio delle scope, lasciai il pallone al suo lato e incominciai a salire le scale.
Arrivato sulla porta del nostro appartamento tolsi le scarpe e bussai, sentii dei passi avvicinarsi, “sarà la mamma“ pensai, ma quando la porta si aprii, vidi invece Zia Cristina che mi fece entrare. Aveva gli occhi lucidi, mi fece accomodare sul divano e mi disse con voce bassa, tremula e balbettante “Giulio … t-ti piacerebbe v-ven- venire da m-me per q-qualche mes-e ?” le risposi con vove decisa e con un lungo sorriso “certo zia”. Lei mi fece un sorriso forzato e corse in camera.
Arrivai in camera e il mio sorriso si spense! Mi gettai sul letto e il mio sguardo cadde sulla finestra rigata di pioggia, pensai allo sguardo di mia zia e al perché di quelle lacrime nel suo sguardo. Mi domandai tra me e me: “perché tutta quella tristezza?”
Non sapevo cosa pensare e girai la testa.
Cris, quel piccolo cocker spaniel curioso, mi fissava con il capo piegato da un lato gli sussurrai :”non fissarmi cosi”; mi sedetti e cominciai a giocherellare con il buco che avevo sui miei vecchi guanti da portiere, m tornarono in mente “quanti ricordi!”
Improvvisamente mi ricordai delle valige “ecco come sprecare un pomeriggio” esclamai!
Intorno alle 24:00 avevo finito i preparativi.
Uscii dalla camera per prendere un bicchiere d’’acqua… e davanti a me apparve lo spettacolo peggiore che avessi mai visto!! ….