L’8 Novembre 2019 io e la mia classe siamo andati col maestro monaco a visitare il centro storico della nostra città.
Per prima cosa abbiamo visto le “FOSSE GRANARIE”; ci siamo fermati a Largo Sanità, dove una volta vi erano queste fosse per conservare il grado, e il maestro ci ha detto che quando veniva aperta fuoriusciva “ANIDRITE CARBONICA” e chi la respirava rischiava di morire, perciò si scendeva con una candela in modo che, se essa si spegneva, si saliva subito sopra.
Dopo ci ha fatto vedere che sul “cordolo” c’era scritto il nome del proprietario che si chiamava “GIUSEPPE COLIO”.
Abbiamo proseguito, inoltrandoci nel centro, e siamo arrivati presso una piccola galleria o “ARCO” che portava a porta Lucera dove una volta c’era una guardia che dava o non dava il permesso per entrare in San Severo.
Inoltre il maestro Monaco ci ha detto che il centro oggi è abitato soprattutto da anziani. Poi una signora che abitava lì ci ha fatto vedere casa sua e non era come quelle moderne, anche se alcune cose erano uguali, ad esempio, si scende sotto di qualche gradino, quindi si trova sotto il livello della strada, ma sono molto piccole; poi la signora ci ha detto che per far asciugare la biancheria, si serve di un bastone per stenderla su un filo in alto.
Cammina cammina, siamo arrivati in via “Montenero”. Qui il maestro Monaco ci ha detto e fatto che vedere l’antico municipio, risalente al 1600, dove aveva sede il sindaco, e le case della zona, che sono tutte con i cancelli, perché a quei tempi avevano molta paura, e alcune case hanno le scale esternamente e si chiamano”mugnale”.
Il maestro ci ha raccontato un po’ di storia di San Severo: ha detto che la nostra città è stava fondata da Diomede, un eroe greco che lottò nella guerra di Troia, e che dedicò un tempio a Calcante, sacerdote e indovino greco di cui si parla nell’Iliade. Il tempio sorgeva proprio dove ora si trova la chiesa di San Giovanni Battista e si racconta che alle 6 di sera i gabbiani si riunivano davanti alla tomba di Calcante ed emettevano un verso simile ad un pianto.
Dietro alla chiesa di San Giovanni, in una stradina di Piazza Castello, abbiamo visto la tomba di un ragazzino ucciso con una freccia nel collo; il maestro ci ha detto che il padre, disperato, aveva fatto scrivere una dedica al figlio in latino, per ricordare la sua morte.
Alla base del campanile della chiesa di San Giovanni il maestro ci ha fatto vedere l’immagine di un pesce, simbolo di fede dei cristiani, e un’immagine rappresentante dei gladiatori in combattimento.
Poi ci siamo inoltrati nelle stradine dietro via Recca e ci ha parlato della società segreta della Carboneria e di don Paolo Venusi.
Proseguendo il nostro giro, siamo arrivati in piazza Municipio e all’Arco della neve. Qui il maestro ci ha raccontato la storia di Agnese, una ragazza che aveva il piede storto e una vecchietta, sua vicina di casa, ogni giorno le portava del latte. E un giorno un’altra ragazza che chiamavano la “bella fatta” derideva Agnese e la vecchia è andata a chiedere una grazia alla madonna affinchè Agnese guarisse. Così fu: Agnese guarì, ma l’altra ragazza fu punita e le venne il naso storto.
A. Livia- M. D’Aloia- L. La Porta- E. Iannone-M. Fabiano- F. Petrosino- L. Mele 1^H