Nel 1519 il giovane Carlo d’Asburgo divenne imperatore con il nome di Carlo V e venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero il 23 ottobre 1520, nella cattedrale di Aquisgrana.
Oltre che sulla Spagna, l’Italia meridionale e la Sicilia, e la Sardegna, Carlo V regnava sulle terre degli Asburgo in Austria e in Boemia, sulla Fiandra e sui Paesi Bassi.
Per contrastare questa egemonia, il re di Francia Francesco I diede vita a un’alleanza antispagnola, la Lega di Cognac (1526), cui aderì anche il papa Clemente VII, il figlio naturale di Giuliano dei Medici ucciso nella Congiura dei Pazzi un mese prima della sua nascita e in seguito preso sotto l’ala protettiva di Lorenzo il Magnifico, fratello di Giuliano.
Nel 1527 in Italia erano presenti i 12 000 Lanzichenecchi che avrebbero dovuto annientare la Lega di Cognac, ma furono lasciati senza paga e senza cibo e così, quando scesero nel centro Italia, prima devastarono le campagne, poi marciarono su Roma.
Arrivati alle mura, i Lanzichenecchi sbaragliarono i 3000 mercenari svizzeri che la difendevano e misero a ferro e fuoco l’intera città: i cittadini romani furono massacrati; principi, cardinali, mercanti furono torturati dai Lanzichenecchi perché rivelassero dove avevano nascosto le proprie ricchezze; i preti furono messi alla gogna; le monache furono violentate così come le donne nelle loro case; le chiese vennero devastate e molte opere d’arte distrutte.
Carlo V, che era un cattolico fervente, non fece nulla per far cessare il saccheggio.
I Lanzichenecchi restarono a Roma nove mesi, durante i quali il papa si salvò asserragliandosi nella fortezza di Castel Sant’Angelo con la sua corte di prelati, cardinali, burocrati, diplomatici, servi, artisti, scortato dalla Guardia Svizzera. Alla fine i Lanzichenecchi si ritirarono solo perché la Chiesa dopo dieci mesi di occupazione pagò un altissimo riscatto in oro e preziosi e perché restare era diventato impossibile: la città era rimasta senza viveri, le strade erano piene di cadaveri insepolti, l’acqua mancava perché tutte le fontane erano state distrutte e le epidemie si erano diffuse sia tra le vittime sia tra i loro carnefici.
Il Sacco di Roma del 1527 ebbe il valore di uno shock: esso segnava la fine di un’epoca, quella del Rinascimento.
M. Cassano- R. Fabiano 2^I