//Chi erano le streghe?

Chi erano le streghe?

di | 2019-11-19T20:10:02+01:00 19-11-2019 20:10|Alboscuole|0 Commenti

Se parliamo di streghe pensiamo a donne brutte, vestite di stracci, capaci di volare su manici di scope; in realtà le streghe erano donne comunissime e non avevano niente a che fare con il soprannaturale o con il diavolo.

Un contributo fondamentale alla figura della strega lo ha dato il ruolo che la donna rivestiva nella società medievale. Per gli uomini di Chiesa la donna si identificava con Eva, la peccatrice; era figlia del diavolo e portava l’uomo nella perdizione.

Per la società era una creatura inferiore, sottomessa prima al padre poi al marito. Lo stesso matrimonio era un contratto; quasi sempre la scelta degli sposi veniva fatta dai genitori e in molti casi i giovani neanche si conoscevano. La Chiesa permetteva che già a 7 anni si potesse stringere un accordo matrimoniale, da celebrarsi poi al dodicesimo anno di età. Una volta divenuta moglie il peso che aveva tra le mura domestiche era nullo. Alcuni statuti comunali del 1300 autorizzavano i mariti a punire le loro mogli. Diventa facile, nel corso del Medioevo, caricare di elementi negativi la donna.

Soprattutto nelle campagne si diffondeva l’immagine della strega.

Il nome, con ogni probabilità, deriva da stryx, strige, uccello notturno che si raccontava succhiasse il sangue dei bambini nella culla, una specie di vampiro. Per questo motivo in principio il nome strega era assegnato alle donne ritenute responsabili di aborti o della morte di bambini. In realtà queste donne erano solo esperte delle credenze popolari e a loro ci si affidava per guarire persone e animali,  per praticare aborti o chiedere consigli sui metodi contraccettivi. Poiché la medicina non guariva da tanti mali, si ricorreva all’intervento delle streghe. A questo si univa il fatto che i medici erano molto costosi e solo chi aveva molto denaro poteva permettersi una visita a domicilio. Questa, comunque, riusciva ben poco a salvare i malati e spesso il medico si limitava a fare un’analisi sommaria della salute del paziente attraverso un rudimentale esame delle urine, che il dottore assaggiava con la punta delle dita. Non vi erano veri e propri medicinali; si trattava più che altro di pozioni medicamentose, ricavate da erbe.

La maggior parte della gente non poteva permettersi di chiamare un medico e quindi ricorreva a queste donne guaritrici. Se riuscivano a guarire erano santificate se fallivano erano considerate spiriti malvagi.

Tra le credenze c’era anche quella che riteneva che le streghe potessero trasformarsi in animali, in particolare in gatti, associato spesso al diavolo. Altri credevano che potessero mutarsi in lupi mannari aggirandosi di notte alla ricerca di prede. Si pensava anche che avessero potere nei confronti degli elementi della natura, che potessero scatenare temporali e fulmini. Nella realtà quelle che venivano comunemente considerate streghe erano spesso donne anziane, mogli rifiutate dai loro mariti, levatrici e curatrici che non potevano esercitare in pubblico, donne malate di mente. Tutto ciò che si allontanava dalla “ normalità”, il diverso, era guardato con sospetto. Donne che si ritrovavano con altre donne in casa potevano erano considerate pericolose, perché nei loro incontri potevano invocare il diavolo.

La Chiesa contribuì molto alla demonizzazione delle streghe, considerandole eretiche. Papa Giovanni XXII, nel 1326, proclamò, con la bolla “Super illius specula”, le streghe eretiche, processabili e punibili con la morte sul rogo. L’immagine della strega richiamava il rapporto con il diavolo e spesso giustificare le immani tragedie che colpivano la popolazione del Medioevo.

E così durante i processi si cercava il marchio lasciato dal demonio su di loro: si trattava di un segno invisibile che però rendeva insensibile la carne. Con uno spillone il corpo della presunta strega veniva punzecchiato in ogni suo punto fino a trovare una parte dove non si sentiva dolore, quella era la prova inequivocabile che si trattava di una serva del diavolo.

Il processo veniva svolto dinanzi al Tribunale dell’Inquisizione, che dal 1542 divenne ancora più severo; infatti bastavano due testimoni “attendibili” per una condanna. Diversi erano i casi di denunce di vicini o di mariti pur di liberarsi delle mogli non più gradite. Più tardi venne introdotta la figura dell’avvocato difensore, ma non agiva mai per il bene dell’accusata, altrimenti i giudici pensavano che anche lui fosse “ manovrato” dal diavolo. La confessione veniva estorta sotto tortura e la sentenza poteva essere di assoluzione ma con pene lievi come: penitenze, pellegrinaggi, preghiere, prigionia temporanea o a vita o di morte sul rogo. Le condanne sul rogo aumentarono con l’aumento delle epidemie di peste perchè le streghe venivano considerate le colpevoli del male che si scagliava sui villaggi e secondo la superstizione il sacrificio delle streghe avrebbe potuto purificare il mondo da tanto male.

La strega sabina Bellezze Ursini, nella sua confessione ammette di aver intrecciato rapporti con il diavolo, di averci ballato e cantato, di aver partecipato a grandi feste, ecc… Molte confessioni venivano estorte con la tortura, la storia di Bellezze sarà una di queste? Gli incontri che Bellezze racconta di svolgere con il diavolo sono  quelli chiamati “sabba”: le streghe arrivano volando su scope o fili di paglia o cavalcando demoni e animali. Nel corso di questi incontri le streghe si dedicano a balli sfrenati, canti e riti orgiastici che coinvolgono lo stesso satana. Bellezze ci racconta di famigerati incontri a Benevento, di unzioni e di unguenti con cui si cospargeva il corpo che provocavano allucinazioni e visioni.

Le confessioni potevano essere la conseguenza di giorni di torture: le streghe si piegavano a dire quello che l’Inquisizione voleva sentire, considerandole per trecento anni colpevoli dei mali dell’umanità, tanto da dar origine a veri e propri manuali d’uso per annientare la strega, testo mai proibito dall’Indice.

L. Sarto 2^I Risultato immagini per streghe"