//Disegnando il paesaggio del cuore

Disegnando il paesaggio del cuore

di | 2019-11-18T09:33:19+01:00 17-11-2019 17:47|Alboscuole|0 Commenti
Di Rosaria di Ruvo con i disegni realizzati dalla classe II I guidati dall’insegnante Paola Del Giudice       “Allora ragazzi, se vi chiedessi di rappresentare il vostro mondo interiore attraverso un paesaggio, cosa raffigurereste?” “Boh! Cosa intende per mondo interiore, professoressa?” “Mah… direi i vostri pensieri più segreti, le vostre sensazioni, le vostre emozioni…. Quelle che però non raccontereste a nessuno.” “Ma se non dobbiamo raccontarle a nessuno, perché dovremmo raccontarle a lei, cara prof!”Ma infatti non vi sto dicendo di raccontarmi le vostre cose segrete, vi sto chiedendo che tipo di paesaggio scegliereste di rappresentare in base al vostro stato d’animo predominante.” “Ah! Forse ho capito. Io raffigurerei un vulcano nero cupo, in eruzione, con tanta lava incandescente rossa, viola, bordeaux che cola lungo i suoi fianchi, sul fondo di una notte più nera di un abisso, con lapilli rosso vermiglio come un fuoco d’artificio tutto intorno alla bocca del vulcano.” “E io allora sarei un ghiacciaio, immobile, che si specchia in un lago placido… quei laghi di montagna con colori di mille sfumature diverse. Un ghiacciaio bianco e trasparente che aspetta che arrivi presto la primavera, per vedere gli alberi in lontananza colorarsi di un rosa tenue e l’erba colorarsi di verde smeraldo.” “Anche io sarei un paesaggio di montagna, ma ci sarebbe una strada che fiancheggia un ruscello, con tanti fiorellini bianchi, ed un cielo al tramonto, giallo, rosa, blu, e abeti maestosi o in lontananza a dare ombra e ristoro a chi cammina sulla mia strada…” “E tu, là in fondo? Che paesaggio saresti?” “Io non lo so. Non riesco a dare un’immagine a quello che sento, anche perché non so cosa sento.” “Sai dirmi se è un paesaggio freddo o caldo?” “Boh forse è freddo come un paesaggio con la neve… o forse è caldo come un deserto senza dune e senza oasi…davvero non lo so! So solo che vorrei che ci fosse qualcuno accanto a me che mi aiutasse ad orientarmi, a darmi quanto meno una bussola che mi indichi che di lì c’è il vulcano della rabbia, più in fondo il laghetto della contentezza, lassù le cime della gioia; e di fare attenzione a non cadere nel burrone dell’apatia, dell’indifferenza, perché una volta caduti lì dentro non se ne esce più! C’è qualcuno disposto ad aiutarmi tra voi che vi chiamate adulti e che pensate di poterci insegnare tutto?” “Non lo so! Io sono solo una semplice insegnante di arte. Posso insegnarti una tecnica e per esperienza posso dirti che attraverso quella tecnica, attraverso tutti gli sbagli che tu stesso potrai compiere nel disegnarti, potrai anche imparare a conoscere te stesso e a meravigliarti di tutta la ricchezza che dentro di te si nasconde. Ti regalo la mia matita: quella con cui ho iniziato a disegnare il mio paesaggio. Devi puntarla così sul foglio bianco…”