Classe I G
Quanti colori ci sono nella notte?
I nostri occhi, abituati alle luci della città, a malapena riescono a scorgere nel manto denso e oscuro del cielo minuscoli puntolini bianco latte.
Ci hanno insegnato da piccoli a puntare il dito verso quelle macchiette pallide e a chiamarle stelle; a riconoscerle come abitanti del cielo notturno insieme alla più ingombrante luna.
Ma quanti di noi hanno mai visto davvero un cielo stellato, con tutte le sue sfumature e i suoi vortici di luce e colori?
Solo gli occhi di un artista come Van Gogh potevano intuire cosa si nascondesse oltre quella coltre di oscurità e a raccontarlo su di una semplice tela. Le sue pennellate dense e piene di un colore che trasborda hanno trasformato degli insignificanti puntini bianchi in palle infuocate sospinte in giù o in su da onde di cielo. È con Van Gogh che si scopre che il cielo non è piatto e fisso, ma si muove e si attorciglia su se stesso.
E noi guardando la sua opera torniamo a chiederci quanti colori ha una notte stellata; e se il professore di arte ci chiede di colorare la nostra notte, ecco che scopriamo che non c’è una notte uguale all’altra, e che se mettiamo insieme tutti i colori delle notti che ci portiamo dentro, potremmo far impallidire i neon sbiaditi di questa città di cemento.
Grazie Vincent per i doni che ci fai. Grazie perché ancora oggi, dopo secoli, le tue stelle ci ricordano che la notte è un mistero che può svelarsi solo ad occhi sensibili al bello.