esto del discorso, tenuto dalla rappresentante della Consulta Provinciale Studentesca di Matera,il 4 novembre 2019, per celebrare la Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. “[…]II 4 novembre è l’anniversario dell’armistizio di Villa Giusti del 1918.[…] E’ una data così lontana da noi giovani, eppure ancora oggi suscita in noi grandi emozioni. Forse non potremmo mai comprendere il dolore della guerra, eppure la paura che possiamo riviverla è vivida nei nostri occhi. Grazie ai nostri nonni, oggi abbiamo tutte le libertà che forse un tempo non si immaginavano nemmeno, se pure le immaginavano erano libertà utopiche, che sarebbero rimaste solo nel pensiero. Eppure i nostri soldati, che hanno lottato sul fronte per noi, ci hanno permesso di vivere una gioventù libera e spensierata.[…]Spesso veniamo accusati di essere giovani senza valori e senza storia.[…] Oggi abbiamo la possibilità di confrontarci con giovani di altre nazioni. Questo ci aiuta a costruire delle fusioni culturali, sperando in un futuro verso un mondo aperto, in cui crescere con il confronto e superare ogni ingiustizia che vi è nel mondo. […]. Per noi è importante poter lasciare ai nostri figli un mondo migliore, un mondo nel quale è importante avere una propria Nazione e un’identità culturale, ma allo stesso tempo condividere queste identità tra di noi, per far sì che non ci siano più parole come “diverso, l’altro o straniero”. Ma soprattutto vorremmo insegnare ai nostri figli la capacità di sentire nel profondo di loro stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. […] Quello che gli adulti dovrebbero insegnarci è l’importanza ed il valore delle parole. Prendiamo come esempio l’Art. 11 della Costituzione che recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. I padri costituenti, in prima battuta avevano scritto “rifiuta”, ma successivamente hanno sostituito il verbo con “ripudia”. Proprio per l’importanza del significato di questa parola, perché l’Italia condanna moralmente, politicamente e giuridicamente la guerra. Negli ultimi anni si è verificato un black-out di memoria fra le generazioni che, sommato alla perdita di conoscenza storica da parte dei giovani, e non solo, ha determinato il fatto che la storia ha perduto i tratti di disciplina costruttrice di sentimento di cittadinanza, di senso comune e, più in generale, di identità e consapevolezza culturale, civile e politica. La storia cioè ha smesso di rappresentare il terreno costitutivo ed imprescindibile per un’identità collettiva e di comunità; eppure grazie alla scuola, nelle nostre menti di studenti, è ben chiara la storia italiana, e non permetteremo che la nostra memoria dimentichi quello che è successo in passato. […]”