di Piero Bianchini 3^ A. –
Il calcio oggigiorno è lo sport più famoso ed importante del mondo basti pensare ai 150 milioni di followers che conta Ronaldo su Instagram che rendono il calciatore portoghese la persona più seguita sui social.
Nell’agosto 2017 sono entrati nel vocabolario italiano dei nuovi acronimi quali VAR cioè Video Assistant Referee e AVAR cioè Assistant Video Assistant Referee che indicano la traduzione rispettivamente Assistente al Video dell’ Arbitro e Vice Assistente al Video dell’Arbitro.
Da quel momento il VAR è lo strumento tecnologico divenuto da subito famoso con schermo a bordo del campo e in più ci sono due assistenti che stanno in una stanzetta nello stadio e parlano al direttore di gara attraverso l’auricolare.
A volte però, purtroppo quello che dovrebbe essere un aiuto, per molti arbitri è diventato una condanna, infatti quando qualcuno fa un gol con azione dubbia si devono aspettare quasi sempre 2 o 3 minuti per la verifica del caso qualora sussistono delle perplessità di convalida di esso.
In una successiva un’analisi per la verifica dell’utilizzo di questo strumento innovativo lo scorso anno si sono verificati purtroppo degli errori e conseguenti critiche agli arbitri per mancata erronea consultazione di questa innovazione come ad esempio:
– nella partita di calcio tra INTER e PARMA per mancata segnalazione di un fallo di mano di Di Marco
– in quella tra BOLOGNA e UDINESE c’è stato il netto fallo in area su Svamberg
– anche in quella tra LAZIO e SPAL per mancata espulsione di Vicari per un poco evidente fallo su Immobile.
Quest’anno invece si ricorda, il fuorigioco non assegnato di Candreva che ha favorito l’assist per il gol di Lukaku nella partita tra INTER e PARMA, per molti non era fuorigioco anche se personalmente, da interista confermo che la posizione del Laziese non era regolare e così anche il fallo di mano di De Ligt avvenuto in area in quella tra JUVENTUS e TORINO.
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