di Arianna Vario -Dal 10 agosto al 10 novembre si tiene una mostra d’arte denominata “Il Ritratto del ‘900”, una mostra preziosa al Museo Pepoli di Trapani che accosta l’ideale umanistico del Laurana alle declinazioni audaci di maestri come Sironi, Picasso, Modigliani. Alla conferenza inaugurale il presidente delle regione Sicilia aveva dichiarato che sarebbe stato “un evento culturale di prima grandezza. Ho voluto che si tenesse a Trapani, provincia nella quale il governo della Regione intende investire con interventi di promozione, in cui la cultura è chiamata a essere grande attrattore turistico e di marketing del territorio. In questa visione, l’esposizione e la stessa città diventano simbolo di come l’arte possa svolgere una grande missione civile di coesione nazionale e cooperazione tra Nord e Sud del Paese.”
Nella mostra si possono ammirare i capolavori della ritrattistica del Novecento grazie a un percorso che parte dall’alba del secolo con un confronto tra due opere prefuturiste come il Ritratto di Nunzio Nasi del 1902 di Giacomo Balla, ideale “padrone di casa” dalla collezione del Museo Pepoli di Trapani; e il malinconico e autoritario Ritratto della madre del 1907 di Umberto Boccioni. Si passa al futurista Mario Sironi con la Testa futurista del 1913 e le innovazioni rappresentate da Modigliani con il Ritratto di Béatrice Hastings del 1915, uno dei 15 che dedico alla sua fonte di ispirazione durante gli anni della loro storia d’amore. Si cambia concezione del ritratto e vengono presentate le opere del cosiddetto “Ritorno all’ordine” come il Busto di ragazzo del 1921 di Arturo Martini, Autunno del 1935 di Giorgio de Chirico, omaggio al Rinascimento attraverso il ritratto della compagna, lsabella Far Pakszwer, fino a giungere alla celebre Margherita del 1936, simbolo del Realismo di Antonio Donghi. Accanto a questi arricchiscono il percorso le opere composte negli anni tra le due guerre, l’intenso Autoritratto del 1940 di Fausto Pirandello, figlio del celebre scrittore de “Il Fu Mattia Pascal”, e il Ritratto della Signora Sachs, sempre del 1940, di Corrado Cagli che rimanda allo stile antico.
Il percorso si chiude con l’Homme assise (Le Fumeur) del 1967, una delle prime opere del ciclo dei Moschettieri dove, lontano dalle ricerche cubiste, un Picasso ormai anziano e stanco, pervaso dalla malinconia di progetti irrealizzati, riesce a dare nuova vita e significato al genere del ritratto ideale.
Una bella ed interessante iniziativa che concede nuova vita a uno dei palazzi-simbolo di Trapani che, oltre a questa mostra temporanea, accoglie nella sua collezione, tele e tavole tra XIII e XIX secolo, sculture di scuola gaginiana, presepi di artigiani trapanesi in legno, tela e colla; gioielli appartenenti al tesoro della Madonna di Trapani, argenti della tradizione trapanese e alcune splendide opere in corallo; paramenti sacri, giunti al museo dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1867 e abiti nobiliari; maioliche e cimeli del Risorgimento.