Roberta Cassano – Francesca D’ Annunzio – Negli ultimi dieci anni la politica agricola dell’ Unione Europea è fortemente cambiata per aiutare gli agricoltori ad affrontare le sfide del terzo millennio. La politica agricola europea è stata presentata per la prima volta nel 1962 e consiste nel distribuire ad ogni Paese una quota di produzione. Grazie alle diversità climatiche, ai terreni fertili, alle competenze tecniche degli agricoltori e alla qualità dei prodotti, l’Unione Europea è uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di prodotti agricoli. Al nord dell’Europa e in alta montagna è impossibile coltivare per le temperature rigide; infatti i luoghi più freddi europei sono ricoperti da foreste sempreverdi, tra qui pini e abeti. In tutta Europa abitazioni, mobili, carta e molti altri oggetti vengono costruiti con il legname proveniente dalle foreste penisola scandinava. Le terre meridionali invece sono più adatte alla coltivazione di una molteplicità di raccolti che comprendono ogni genere di frutta e verdura, barbabietola da zucchero, frumento, patata e granturco. Nell’ area mediterranea invece è possibile coltivare arance, olive, limoni e uva. Sia le olive che l’uva vengono trasformate dalle tante industrie agro-alimentari; l’uva può essere spremuta fino ad ottenere il mosto e poi in vino; invece, le olive possono esser sia mangiate che pressate per ottenere l’olio. Nei negozi e supermercati europei sono presenti prodotti alimentiari sicuri e di alta qualità grazie anche all’aiuto dell’Unione Europea (UE). Tra le specialità per cui l’UE è molto nota ci sono tante le specialità gastronomiche tra cui le numerosissime varietà di birre e vini. Grazie al controllo del produttore e del consumatore la sicurezza degli alimenti, il benessere degli animali e la salute delle piante sono garantite. Il primo settore alimentare europeo garantisce 44 milioni di posti di lavoro.
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