LA REDAZIONE –
Addio a due grandi uomini.
Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, per una strana coincidenza, ci lasciano a un solo giorno di distanza l’uno dall’altro (rispettivamente, il 17 e 18 luglio 2019). Sono stati due baluardi della cultura italiana, intellettuali ma, soprattutto, “umani”. Èinteressante conoscere i loro percorsi culturali e le scelte di vita.
Andrea Calogero Camilleri ha dedicato tutta la vita alla produzione artistica e all’impegno sociale, anche se il pubblico lo ha amato e identificato come l’ideatore del Commissario Montalbano, protagonista di un’ampia serie di libri gialli,
Originario di Porto Empedocle, regista teatrale dal 1942, è il primo pioniere del teatro di Beckett in Italia e, intorno al 1950, pubblica varie poesie in un’antologia curata da Giuseppe Ungaretti. Entra in Rai nel 1957, e successivamente insegna al Centro sperimentale di cinematografia e all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Come delegato alla produzione, contribuisce al successo di alcuni sceneggiati Rai tra cui Le inchieste del Commissario Maigret, Le avventure di Laura Storm e Lazarillo.
Tra gli anni Sessanta e Settanta conosce (e lavora con) Eduardo De Filippo, e stringe una solida amicizia con il poeta salernitano Alfonso Gatto, che definisce “il più importante poeta del Novecento dopo Montale e Ungaretti”.
Con Sellerio pubblica il primo romanzo nel 1984, ma è con La forma dell’acqua, esordio poliziesco del Commissario Montalbano (1994) che dà forma ad uno dei personaggi più amati dal pubblico, utilizzando uno stile che fonde l’italiano al dialetto siciliano. Dalla carta al piccolo schermo, il passo è breve: nel 1999 il Commissario sbarca in Rai e viene acclamato dalla critica televisiva, assumendo finalmente l’indimenticabile volto di Luca Zingaretti.
Ma Salvo Montalbano non è l’unico protagonista dei suoi romanzi, ricchi di sperimentazioni e riflessioni. Proprio quest’anno, ad esempio, aveva dato alla luce gli ultimi due libri con Henry Beyle(“La casina di campagna. Tre memorie e un racconto“, memorie autobiografiche) e Mondadori (“Km 123“, libro giallo). Una prova tangibile di quanto nemmeno la cecità avesse potuto arginare la sua vena artistica.
Attore e regista, scrittore e politico, drammaturgo e poeta: con 9 lauree honoris causa e una lucidità che l’ha accompagnato fino agli ultimi istanti di vita, ci ha lasciati mercoledì 17 luglio all’età di 93anni.
Luciano De Crescenzo, napoletano e originario del quartiere di San Ferdinando, nasce a tre anni di distanza da Camilleri, nel 1928, ma è già destinato a condividerne il fine intelletto.
Dopo gli studi presso la “Federico II” di Napoli e il trasferimento a Milano, lavora per circa vent’anni presso IBM, prima come addetto alle pubbliche relazioni e quindi come dirigente.
Abbandonata la carriera per dedicarsi interamente alla scrittura, con l’aiuto di Maurizio Costanzo porta alla luce la sua prima opera “Così parlò Bellavista“. Immediato il successo, con 600.000 copie vendute (tradotte anche in giapponese), da cui prende l’avvio la produzione di ben 50 pubblicazioni con cui ottiene notorietà a livello internazionale.
Autore televisivo e personaggio poliedrico, lavora al fianco di Roberto Benigni e Renzo Arbore ed esordisce al cinema nel 1980, con il ruolo del Padreterno ne “Il pap’occhio. Già nel 1985 ottiene due Nastri d’Argento e due David di Donatello.
Oltre ai più noti romanzi – tra cui “Sembra ieri” (1997) e “La distrazione” (2000) – pubblica numerosi saggi e opere divulgative (tra i tanti ricordiamo “Il caffè sospeso”, 2008; “Socrate e compagnia bella”, 2009; “Garibaldi era comunista” e “Gesù è nato a Napoli”, 2013; diversi volumi dedicati alla Storia della Filosofia).
Tra gli anni Ottanta e Novanta conduce in Rai “Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi“, ricevendo nel 1994 la cittadinanza onoraria di Atene. Interessato anche alla filosofia medievale, si definisce ateo cristiano .
Nel 1990 recita accanto a Sophia Loren e Luca De Filippo in “Sabato, domenica e lunedì” di Lina Wertmüller, mentre nel 1995 scrive, dirige e interpreta con Teo Teocoli e Isabella Rossellini “Croce e delizia“, considerato il suo film più riuscito.
Dopo aver sofferto, negli ultimi anni, di problemi neurologici, si è spento il 18 luglio 2019 all’età di 91 anni.
Innumerevoli le manifestazioni di cordoglio e affetto, anche sui social, da parte del pubblico che ha sempre amato e seguito con immutato interesse le vite eccezionali di queste personalità eccezionali.
E se, come diceva lo stesso Camilleri,
“La vera differenza tra un uomo e un altro uomo risiede nelle loro teste, nei loro pensieri”
non possiamo che rispondere, con le parole del “professor Bellavista“:
“Siamo angeli con un’ala soltanto, e possiamo volare solo restando abbracciati.”
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