di ILENIA TANCREDI – Nella giornata di martedì 20 novembre 2018, le classi 3A e 3B dell’indirizzo Tecnico chimico si sono recate presso l’abbazia di Fossanova per una lezione alternativa sulla storia di Sant’Agostino.
L’incontro è stata diviso in tre momenti esposti da don Gianmarco Falcone. Attraverso la lettura di alcuni capitoli delle “Confessioni” di Sant’Agostino, è stato possibile comprendere la vita e il temperamento di quest’ “uomo”.
Le Confessioni sono un’autobiografia scritta dal santo in età adulta, quando era già vescovo. In questi libri è racchiuso un cammino spirituale molto tormentato. La vita di Agostino è stata una parabola: una prima parte discendente in cui l’uomo Agostino” si perde nella molteplicità delle cose, ed una seconda parte ascendente in cui raggiunge la pienezza della sua umanità riuscendo ad arrivare a Dio.
Gli studenti hanno partecipato ad una lezione alternativa rispetto a quelle che si svolgono all’interno di un’aula scolastica, scandite dal suono della campanella. Tra sole e pioggia i ragazzi hanno ripercorso i passaggi più significativi della vita del santo nel suggestivo contesto dell’abbazia di Fossanova. Il primo momento si è svolto all’aria aperta, di fronte al sagrato dell’abbazia, e ha avuto come tema i primi anni di vita del santo; il secondo è avvenuto all’interno dell’abbazia con il racconto della crisi interiore di Agostino; il terzo ed ultimo momento, in cui c’è stato il racconto della sua rinascita con il raggiungimento della felicità, ha avuto luogo nella cappellina di S. Tommaso d’Aquino.
Dalle parole di don Gianmarco è emersa una figura di “santo” molto vicina ai giovani di oggi e per certi aspetti, molto più “umana”. Agostino era uno studente svogliato, un ribelle, si è macchiato di atti “turpi”, ha praticato il bullismo, ha coltivato cattive amicizie, ha avuto un figlio fuori dal matrimonio…
L’aspetto più moderno della vita di Agostino è stato certamente quello di essersi fatto influenzare dal gruppo di amici; avrebbe fatto il possibile per essere accettato dai suoi coetanei, anche a costo di commettere gravi errori. Infatti nel secondo libro il santo illustra un evento della sua vita indicativo in tal senso: “il furto delle pere”. Egli con i suoi amici ruba delle pere in un orto solo per il gusto di trasgredire e di sentirsi onnipotente.
Quanti giovani di oggi agiscono esattamente in questo modo mettendo in scena una parodia di onnipotenza che si rivela in realtà un inganno? Questa parte della crescita di Agostino ci mostra quanto sia corruttibile l’animo umano, soprattutto quello di un giovane che non vuole perdere il suo gruppo di amici, per i quali sarebbe disposto a compiere qualsiasi azione.
Quello di Agostino è stato un cammino di ricerca tenace che lo ha portato a conoscere varie scuole filosofiche del tempo, dai manichei, agli scettici fino ad arrivare ai neoplatonici nei quali Agostino trova finalmente la possibilità di pensare a un Dio non carnale ma spirituale.
Un insegnamento che gli studenti possono trarre dall’esperienza di Agostino è il valore dell’intelligenza di ognuno di noi.
Il fine dello studio e anche dei nostri talenti non dovrebbe essere soltanto quello di perseguire un risultato positivo ma momentaneo, bensì il raggiungimento della nostra piena felicità e realizzazione come persone.