Sebastian, 2^G
Carlos Diaz è un ragazzo di origini cubane che adora nuotare, quando si trova in acqua si sente in un mondo diverso, libero da ogni cosa o persona.
Iniziò a praticare il nuoto all’età di 6 anni, e quando aveva 8 anni fece la sua prima gara agonistica, Carlos si era allenato duramente ed era molto determinato nel fare una bella gara. Erano le 15:00 e Carlos entrò in piscina…3…2…1 …partiti!
Carlos stava nuotando velocissimo ed arrivò a fine vasca in men che non si dica… ma alla fine trovò una brutta sorpresa, era arrivato ultimo. I suoi compagni iniziarono a deriderlo ed insultarlo dicendo cose come: “SCARSONE!”, “TORNATENE A CUBA CHE QUI’ NON ABBIAMO BISOGNO DI FALLITI COME TE!”,”TORNATENE DALLA MAMMINA CHE NON SAI NUOTARE!”.
Sentendosi dire quelle frasi Carlos si sentì malissimo, come se un colpo di pistola lo avesse colpito dritto al petto, e pensò: “Perché lo stonno facendo? Basta, non voglio più ascoltare, me ne vado e non farò mai più questo sport!”.
Carlos tornò in spogliatoio arrabbiato, mortificato, deluso… con un tornado di emozioni e si cambiò. Stava per uscire dalla porta quando arrivò il suo istruttore: “Carlos, vieni un attimo qui, ti devo parlare” , Carlos lo raggiunse in lacrime e si sedette: “Perché!? Perché tutto questo proprio a me!?”. L’istruttore si sedette, gli asciugò le lacrime e gli disse: “Purtroppo il mondo dello sport è fatto così, ci sono persone che non ne capiscono il vero valore e si divertono a prendere in giro chi perde, l’importante è non perdersi d’animo e continuare con un atteggiamento sportivo anche con una persona che ti ha ferito”.
Dopo queste parole, Carlos si sentì già meglio ed andò a casa con un barlume di speranza. Arrivato a casa iniziò a riflettere sul fatto che forse aveva senso riprovarci, e così fece.
Carlos tornò in piscina con un unico obbiettivo: nuotare, senza curarsi degli insulti dei compagni.
Passò un anno, e Carlos si ritrovò ad affrontare un’altra gara stavolta pensando che non era necessario vincere, ma solo il fatto di essere lì a partecipare era una cosa importante.
Con grande sorpresa Carlos vinse!
Tutti si aspettavano che esultasse e la facesse pagare ai compagni ma così non fu! Carlos iniziò a parlare : “Ragazzi, come vedete oggi ho vinto, ma non ho esultato né preso in giro nessuno, perché questo è il valore dello sport, saper accettare la sconfitta e rispettare gli avversari”.
Dopo questo discorso, tutti i compagni si abbracciarono.
Ora Carlos ha 20 anni, è un istruttore di nuoto ed ogni giorno insegna e trasmette ai giovani nuotatori il valore del gioco sportivo secondo le regole, proprio come il suo istruttore fece con lui quando era piccolo.