La tradizione popolare romena: la festa degli innamorati o “Dragobete”.
Dragobete è una divinità mitologica simile al Dio Cupido (Eros), immaginato come un uomo affascinante e virile che rappresentava per il popolo romeno antico, il Dio che fidanzava tutti gli animali della terra all’inizio della primavera. Il 24 febbraio era l’inizio dell’anno agricolo, dunque il momento del risveglio della natura. Dragobete era anche il Dio del buonumore e si diceva che, chi partecipava alla sua festa, era allontanato da tutte le malattie. La festa cominciava al mattino quando i giovani del paese, vestiti con abiti popolari, si incontravano davanti alla chiesa per ballare, poi si dividevano in gruppi e andavano verso il bosco alla ricerca di violette e bucaneve. Al ritorno nel paese, le ragazze correvano e se per caso erano raggiunte da qualche bel giovanotto, ricevevano un bacio che era visto come un fidanzamento ludico che, sotto le influenze divine di Dragobete, si trasformava in un vero matrimonio. Dietro questa festività c’è una storia affascinante che ora racconteremo, ma che a sua volta ci è stata raccontata dalla professoressa Ana Maria Tomaziu, docente del corso di Lingua, cultura e civiltà rumena istituito presso la nostra scuola.
La leggenda narra che Dochia visse in una capanna sulla collina prendendosi cura di un gregge di pecore. In una notte di luna piena, Dochia dormì su un letto di fiori. Verso mezzanotte, quando la ragazza dormiva profondamente, dal fondo della montagna avanzò una nuvola di nebbia rossa. Questa misteriosa nebbia coprì la luce della luna e avvolse in un tenero abbraccio Dochia. Il giorno dopo, quando la ragazza aprì gli occhi, il sole era già alto nel cielo, si guardò attorno e tutto sembrava cambiato. Il 24 febbraio nacque Dragobete. Alla nascita di Dragobete accorsero le fate madrine che erano Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Ognuna di loro portò un dono. A 19 anni, Dragobete aveva i capelli neri come la notte e gli occhi verdi come l’erba delle montagne, era dolce come il miele ed un suo bacio bruciava come carboni ardenti. Era un buontempone che suonava il flauto. La leggenda vuole che dopo centinaia di anni di vita sulla Terra, il suo insegnamento di amare le persone continui.
Sarah Aneba
Ginevra Giannico
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