25 febbraio 2019: “Fiaccolata peri nostri angeli”: “Io dovevo vivere”.
Con questa data voglio cominciare quest’articolo. La fiaccolata per i nostri angeli è un evento che si è tenuto il 25 febbraio dalle ore 18 a Taranto. È stato un evento in ricordo di tutti quei bambini che sono morti di cancro a causa delle polveri sottili prodotte dall’Ilva; si sono commemorati 12 bambini innocenti strappati all’affetto dei propri cari. L’iniziativa è organizzata dai genitori tarantini che chiederanno al Presidente della Repubblica di istituire il 25 febbraio come giornata nazionale delle piccole vittime dell’inquinamento. In occasione del trigesimo di Giorgio, una vittima, i suoi genitori, Angela e Carlo, invitano tutta la cittadinanza a partecipare unita per dimostrare che Taranto non esiste solo in campagna elettorale. Nel 2008 a Taranto esplose il caso della contaminazione dei capi di bestiame che fu causata dalla presenza nelle carni di diossina e pcb. Nel 2010 la procura di Taranto dispose un incidente probatorio per svolgere una perizia chimico-ambientale, l’obiettivo era dimostrare la presenza, la pericolosità e la provenienza degli inquinanti. La perizia del 2012 evidenziava che a Taranto l’Ilva era tra le cause dell’inquinamento. Dallo stabilimento si diffondevano gas, sostanze solide contenenti sostanze nocive alla salute della popolazione di Taranto che viveva nei dintorni. Il tipo di diossina e pcb trovato nei capi di bestiame abbattuti e nei terreni circostanti l’area dello stabilimento era riconducibile allo stabilimento Ilva di Taranto. All’interno dello stabilimento le misure idonee a evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocive ai lavoratori non erano state osservate.
A Taranto e a Ginosa si ergono due industrie inquinanti per l’ambiente, rispettivamente l’ArcelorMittal e l’Aseco. Partiamo da ArcelorMittal.
ArcelorMittal (ex Ilva), Taranto
“La valutazione del rischio cancerogeno inalatorio prodotto dalle emissioni in aria dello stabilimento ILVA di Taranto ha evidenziato, sia per il quadro emissivo 2010 che per lo scenario successivo all’adempimento all’AIA, una probabilità aggiuntiva di sviluppare un tumore nell’arco dell’intera vita superiore a 1:10.000 per una popolazione di circa 22.500 residenti a Taranto (situazione precedente all’AIA) e per una popolazione di circa 12.000 residenti a Taranto (situazione post‐AIA). Il quadro epidemiologico mostra, in riferimento ai risultati dello studio “Sentieri”, uno stato di compromissione della salute della popolazione residente a Taranto, con tassi di mortalità significativamente superiori alla media regionale per la quasi totalità del periodo e delle cause esaminate”.
Queste frasi sono state estrapolate dalla lettera di Legambiente Taranto ad ArcelorMittal: una lettera di protesta inviata a Lakshmi N Mittal, amministratore delegato di Arcelor Mittal, e MatthieuJehl, amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia il 15 dicembre 2018 e firmata da Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto. Forse da questa lettera si può dedurre quanti morti all’anno sono causate dai fumi dell’industria siderurgica. Ma c’è una notizia che è ancora più triste: la “nuova Ilva” inquina più della vecchia. Sono interessati da questo brutto fenomeno i quartieri tarantini Tamburi e Paolo VI, il comune di Statte e, soprattutto, l’ambiente e la salute. Già dagli anni ’90 del ‘900 si ebbe qualche avvertimento sull’inquinamento; poi, nel 2005 il rischio cominciò ad evidenziarsi, per colpa di diossina e policlorobifenili (catalogati tra i composti più tossici e cancerogeni), fino ad arrivare ai giorni nostri, dove le vittime di tumori sono fin troppe, soprattutto quelle di età giovanile, come il 15enne Giorgio, ucciso da un sarcoma.
Aseco S.p.a.
“Riportiamo sui tavoli regionali le rimostranze del territorio, obbligando al rispetto delle prescrizioni previste dall’AIA rilasciata dalla Regione Puglia”. Queste sono le frasi pronunciate dal sindaco Vito Parisi, nell’estate 2018. Queste frasi si riferiscono a quei giorni di agosto quando, in Contrada Lama di Pozzo, si sono registrate enormi emissioni odorigene. Queste emissioni provenivano dall’ impianto di compostaggio AsecoS.p.a, percepite, addirittura, a Marina di Ginosa. Era già da due anni che il Primo Cittadino Vito Parisi, nelle sedute regionali, difendeva il diritto di avere aria salubre anche nel territorio ginosino. Ci sono state vari controlli e si è giunti alla conclusione che non ci sarà un aumento dei volumi dei rifiuti.
Daniele Calabrese
Paolo Cascardi
Cristian Trentadue
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