Miriam Curella – Domani, 17 marzo, si ricorderà il sindacalista licatetese Vincenzo Di Salvo, che proprio il 17 marzo 1958 è stato assassinato dalla mafia per essersi opposto alla violenza e all’arroganza mafiosa, a difesa dei diritti dei lavoratori e della loro dignità.Vincenzo Di Salvo, quando fu ucciso aveva trentacinque anni ed era sposato e padre di due figli. Quella di Di Salvo, che segue un lungo elenco di sindacalisti assassinati per mano mafiosa in Sicilia, è una storia di grande impegno sociale e sindacale, di coraggio, solidarietà e altruismo; una storia sepolta nell’oblio per sessant’anni, riscoperta, documentata e consegnata da “A testa alta” alla società civile. L’associazione “A testa alta”impegnata da diversi anni in un’intensa attività di denuncia e sensibilizzazione, ci ha fatto riscoprire il dovere della memoria di questa nostra vittima.