SCOPRIAMO INSIEME QUALI-ALEXANDRA ALEXANDRINI-
Come in tutte le regioni, anche l’Abruzzo ha le sue tradizioni di carnevale.
Le tradizioni abruzzesi comprendono anche delle maschere, che purtroppo, ai giorni nostri,
sono poco conosciute.
Le più importanti sono:
-FRAPPIGLIA: un saggio contadino. Il suo nome deriva da due parole del dialetto, ovvero FRA (da fratello) e PIGLIA (da pigliare, che significa prendere). Frappiglia era povero e stava per morire di fame. Per poter mangiare vendette la sua anima al diavolo, ma fece in modo di poterla riavere alla sua morte facendo scrivere nel suo testamento di essere l’unico erede della sua vita. Da allora porta i segni dell’inferno su di se, infatti indossa una camicia bianca (che ricorda, però il paradiso), un vestito grigio con delle frange rosse, come le fiamme dell’inferno e ha una voglia scura sul suo viso, che somiglia ad una maschera.
-PATANELLO (o Zì Patane): un uomo stravagante, di grande carisma che amava fare baldoria. Questa maschera è il simbolo del carnevale di Francavilla al mare, vicino Pescara. A questo personaggio si è ispirato un pittore di origini campane per un suo quadro, che dalla metà del 1900 è il simbolo del martedì grasso a Francavilla al mare.
-PULCINELLA D’ABRUZZO: a differenza di quello napoletano è colorato e vivace. Il Pulcinella abruzzese indossa il solito abito bianco, decorato con delle frange rosse, per ricordare i germogli della primavera; un cappello variopinto a forma di cono, alto 70-100 cm. Oltre al cappello, di colorato sul suo abito ci sono anche specchietti e toppe colorate e sul viso ha una maschera, anch’essa colorata oppure del trucco a sostituirla. Il suo abbigliamento viene completato da un cinturone, degli stivali e delle campanelle chiamate bubboli.
Così scopriamo che anche a casa nostra ci sono delle maschere che forse dovremmo valorizzare di più.