De Leonardis Annachiara – Ciao, io mi chiamo, ehm….. mi chiamo .. non lo ricordo più , ho così tanti appellativi , nomignoli , soprannomi, la mia vita è un incubo.
Ieri è stato il mio primo giorno di scuola e ho conosciuto tanti nuovi bambini
Credo nell’amicizia, è la cosa più bella di tutte, anzi , credevo fosse la cosa più bella di tutte!
I miei nuovi compiangi han detto facciamo un gioco ?
Entusiasta ho accettato: fare scherzetti alle nemiche che sarebbero state poi le nostre compagne di classe.
Sonon stata però l’unica a farlo e a ricevere due ceffoni , due sgambetti per ritrovarmi ai primi banchi sola .
Ero già terrorizzata per le medie che mi erano state descritte come un posto dove non ti senti a tuo agio. Bhe più o meno la mia situazione è stata proprio quella! Non era bello essere ricattati ogni giorno da Marika , girarsi e guardarsi le spalle per la paura di trovarsela dietro. Ero afflitta e impaurita …la mia vita era un incubo .
Cercavo di relazionarmi in più modi possibili anche con un sorriso , uno sguardo amichevole , una domanda ad esempio :”la mia materia preferita è storia , no non ci credo anche la tua .. oppure :”vuoi essere mio amico no, lo so che domande faccio ! Ero inesistente agli occhi del mondo e agli occhi di tutti .
Pian piano si formarono i gruppetti, ed io ne facevo parte: ero il loro bersaglio!
Ero sempre giudicata , indicata , una nullità , ma a nessuno importava che io mi sentissi così. Volevo sparire, sparire e sparire .
Poi iniziarono gli scherzi , penne rotte , quaderni pasticciati , gomme sulla mia sedia , il mio cappello sfilacciato e calpestato… ma perché ce’ l’avessero con me ?
Scherzi, insulti , “fai schifo” mi sentivo dire, o “in questo mondo non c’è spazio per una come te, ma ti sei vista ?? ”
Dopo gli scherzi e gli insulti si arrivò alle mani , pugni , calci , spintoni , sgambetti il mio tormento!
Perché tutto questo? Forse per il mio modo di fare, di parlare?
Non lo so sapevo, sapevo solo di essere qualcosa di inutile… nel mondo l’ inutile ero io!.
Iniziai a sentirmi debole e lo ero davvero, le gambe mi tremavano la testa mi scoppiava .
Così mi perseguitavano , rimbombavano le risate ovunque . Mi sentivo come un puntino nero su un enorme foglio bianco . Volevo urlare, ma non avevo voce per farlo , chiedere aiuto sarebbe stato inutile, io ero sola .
Poi un giorno capii di essere una vittima e di esserlo sempre stata .
La colpa, però non è tua che ridevi , mi giudicavi , mi additavi nomignoli e soprannomi , mi prendevi dal collo , fin quando non mi mancava il respiro .
Prima di offendere, pensate se quelle brutte parole, gesti , azioni fossero rivolte a voi?
E’ brutto essere circondati da persone che ridono di te senza saper il motivo .
Mi ritrovai faccia a faccia con la bulla Marika, e sapete che ho fatto ? Sono corsa da lei e.. e… l’ho abbracciata perché io non sono come lei, io sono diversa da lei .