Marisol Mascolo,Roberta Tufano, Raffaella Pizza classe 2° G-Questo libro racconta la storia della vita di Giovanni Falcone.
Il protagonista è un bambino siciliano di nome Giovanni.Il padre Luigi un giorno lo porta a Palermo a visitare tutti i luoghi in cui è stato Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia, compreso l’albero Falcone, dove il ragazzo lascia il suo album di figurine.
Il padre Luigi, oltre a far conoscere al figlio la storia del magistrato, vuole fargli trovare la forza di affrontare Tonio, un compagno di classe molto prepotente che ruba agli altri i soldi.
Il signor Luigi lavorava in un negozio di giocattoli a Palermo e racconta al figlio che ogni mese dava soldi alla mafia (il cosiddetto pizzo) per non far saltare in aria il suo negozio. Un giorno, però, si era rifiutato e, pochi giorni dopo, gli avevano incendiato il negozio. L’unico giocattolo che si era salvato era il pupazzo “Bum” che aveva ancora le zampe bruciate. Grazie alla storia di Giovanni Falcone raccontata dal padre il ragazzo capisce perché si chiama Giovanni e trova il coraggio di affrontare Tonio che viene espulso dalla scuola.
Noi, ragazze della classe 2^G, consigliamo la lettura di questo libro, “Per questo mi chiamo Giovanni”, a tutti i ragazzi della nostra età perché tutti dovremmo capire il significato di “Mafia” e conoscere gli eroi che l’hanno combattuta e che la continuano a combattere.
Il libro è nato dal racconto di Maria Falcone che ha contribuito, insieme al giornalista Luigi Garlando, alla creazione di questa grandiosa storia. Insieme alla nostra professoressa di lettere, Filomena Palvetti e a questo libro, abbiamo capito e discusso sul vero significato di “mafia”. Vittime, uccisioni, massacri, omicidi e imbrogli ci hanno fatto capire che “il mostro si deve mettere in gabbia”. La lettura di questo libro ci ha fatto aprire gli occhi: abbiamo capito che Giovanni Falcone rappresenta con la sua volontà l’istituzione, la legalità e soprattutto lo STATO. Lui ha rischiato di morire più volte fin quando non è successo veramente, purtroppo…era il 23 Maggio del 1992. Falcone ha sacrificato la sua vita vivendo anche come “un topo in trappola” per liberarci da imbrogli, dalle minacce dei più potenti, perché la mafia ti raggiunge in ogni modo soprattutto grazie ai colletti bianchi (medici, politici, tutte persone corrotte ed insospettabili e importanti).
Giovanni Falcone rappresenta la legalità per le sue scelte, per il suo impegno e il suo amore per la verità, per il giusto ma soprattutto per la tutela dei diritti umani. Egli sapeva che la mafia lo considerava un nemico troppo insidioso, una spina nel fianco e la sua idea di creazione del pool antimafia rappresentò la sua definitiva condanna per mano dei mafiosi. Ma tutto ciò non lo spaventò e, da uomo libero, affermò: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Questa affermazione riassume il senso del suo altruismo e del suo grande impegno per la legalità.
Uccidendo Giovanni Falcone i mafiosi hanno chiuso cinque bocche (tre agenti della scorta, il magistrato e sua moglie Francesca) ma ne hanno aperte milioni (cittadini che hanno aperto gli occhi) come ha detto la moglie di uno degli agenti morti nell’attentato. Noi non ci fermiamo e nonostante tutto andremo avanti sempre verso la legalità.
Marisol Mascolo-Roberta Tufano -Raffaella Pizza Classe 2° G