MARTINA MAURIELLO E IVANA PISANO (4^ C)
Il 30 gennaio 2019, presso la Biblioteca dell l’ I.T.E. “A. Gallo” di Aversa, si è svolta la rappresentazione teatrale “Un Gobbo Snob”, di e con Gianni Aversano, un artista già noto nel nostro ambiente per concerti ed incontri, molto apprezzati, sulla tradizione napoletana.
Stavolta lo spettacolo riguardava il famosissimo poeta Giacomo Leopardi con specifico riferimento agli anni del suo soggiorno a Napoli, ultimo periodo della sua giovane vita, ed è stato presentato agli studenti delle classi quinte che avevano preventivamente aderito all’iniziativa (5^ A, 5^ B, 5^ C, 5^D e 5^ E), accompagnati dai rispettivi docenti di Italiano.
La “drammatica farsa teatrale fiorita di poesia e canzoni” viene introdotta dal Prof. Salvatore Giordano, promotore dell’evento culturale, che riassume brevemente l’idea centrale della rappresentazione (un misto di fantasia e di notizie biografiche reali), tesa a sfatare tanti pregiudizi sul grande poeta di Recanati: “Il famigerato pessimista godeva della bellezza come noi a volte godiamo, soffriva e sopportava come noi raramente facciamo, desiderava come noi non desideriamo. (..) Leopardi non è come noi, ma quando ci facciamo le domande vere, quando non mettiamo a tacere il nostro bisogno di vero e di infinito… siamo noi ad essere come Leopardi”.
A fronte di questo prologo pensavamo si trattasse di una sceneggiatura drammatica e pesante da sostenere per noi ragazzi, e invece ne è risultato tutt’altro.
L’inizio, in verità, crea un’atmosfera surreale con l’annuncio, sottolineato da colpi di tammorra, della morte e sepoltura dello stesso Leopardi. Ma subito dopo la scena si presenta diversa: appare il fedele cuoco di casa Ranieri, Pasquale Ignarra (Gianni Aversano), affiancato poi da un amico, alquanto buffo e spiritoso, un immaginario operaio, il facchino Carmeniello (Peppe Papa) . I due cominciano un semplice dialogo, parlando dei gusti e vizi di “Don Giacumino”, e delle dicerie che vanno diffondendo i compaesani sulla sua persona. I due si dilettano nel leggere anche delle poesie, tra le più famose, del giovane Leopardi, associandole a canzoni popolari napoletane.
La commedia ha suscitato un mix di reazioni dal pubblico: alcune scene erano divertenti, allegre e brillanti, mentre per altre, specie quando si faceva riferimento alle dicerie delle malelingue sull’aspetto fisico di Leopardi, alle sue varie malattie e ai suoi bizzarri modi di fare, il clima è diventato un miscuglio di tenerezza e compassione nei suoi confronti. In particolar modo siamo rimasti sorpresi da come è stato strutturato lo spettacolo, quest’intreccio di fatti della vita “napoletana” del poeta, la riproposizione di alcune delle sue poesie, famose o da noi quasi sconosciute (“L’infinito”, “Il sabato del villaggio”, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, “La Ginestra”…) intervallate ad alcune canzoni popolari napoletane coerenti anche con la malinconia leopardiana. Ciò ha provocato nel partecipe uditorio di studenti e docenti un’alternanza di reazioni emotive (dall’attenzione silenziosa all’ilarità manifesta fino a scroscianti applausi).
Lo spettacolo si conclude con l’allusione all’evento finale, ma nonostante ciò i personaggi riescono ad alleggerire la drammaticità della situazione attraverso una travolgente canzone popolare.
Un ultimo lungo e convinto applauso testimonia, infine, l’entusiasmo verso uno spettacolo che ha superato di gran lunga le nostre aspettative.
Al termine della commedia, su invito del prof. Giordano, i ragazzi hanno rivolto alcune domande al protagonista principale Gianni Aversano ma anche alla sua brillante “spalla”. E così egli ci ha parlato di quando e come è nata in lui la vocazione artistica, in particolare per la canzone popolare napoletana, e la passione “letteraria” per Leopardi (la prima dall’incontro in età giovanile e dalla successiva lunga amicizia proprio col nostro prof. Giordano e la seconda dall’insegnamento di un famoso sacerdote milanese, don Luigi Giussani, che aveva fatto conoscere a tanti giovani la straordinaria vitalità e sensibilità umana di Leopardi). Inoltre, ci ha raccontati alcuni interessanti particolari della sua attività ordinaria (è maestro in una scuola per l’infanzia di Napoli e proprio da qui è nato il sodalizio con l’altro attore, Peppe Papa, la cui figlia era una sua piccola “alunna”) ed artistica (al suo attivo parecchi CD e innumerevoli spettacoli in Italia e all’estero).
Noi della redazione non potevamo non chiedere il parere ad alcuni degli studenti lì presenti. Tutti hanno mostrato un notevole gradimento dello spettacolo e sono rimasti colpiti dalla bravura e simpatia degli attori, che hanno reso il clima interessante e divertente allo stesso tempo. La commedia, infatti, è stata un vero e proprio capolavoro, che ha reso un argomento a tratti pesante, come quello del pessimismo di Giacomo Leopardi, un motivo di arricchimento culturale, anche degli aspetti più personali e intimi del poeta, che spesso non vengono riportati nelle lezioni curriculari. Hanno apprezzato soprattutto il modo in cui essi sono riusciti ad arricchire le loro conoscenze leopardiane in un modo tutt’altro che noioso.
In tanti hanno manifestato il desiderio che iniziative del genere possano ripetersi ed hanno mostrato riconoscenza alla Preside per aver permesso e sostenuto questo spettacolo in uno spazio come la nuova biblioteca multimediale, che tanti non conoscevano.