Venerdì 25 gennaio, nel pomeriggio, io e la mia classe siamo andati nella classe 5 B per vedere un film sul nazismo, pechè domenica 27 gennaio sarà il giorno della memoria. Questo film si chiama “ La stella di Andra e Tati” e parla della storia delle sorelle Bucci. Il film è stato emozionante, ti racconto com’è!
Una classe di ragazzini va a visitare il campo di concentramento di Auschwitz per ricordare l’orrenda ingiustizia compiuta durante la seconda guerra mondiale con a capo il generale Adolf Hitler.
I ragazzini visitano i vari luoghi. Di sottofondo c’è la signora Andra Bucci che ci racconta come è andata. Andra. Tai e loro madre dovevano andare a fare la spesa; uscirono, ma quando arrivarono davanti al negozio, per via delle leggi naziste, era vietato loro entrare, per questo ritornarono a casa. Amdra e Tati trovarono strano tutto questo ma fecero finta di niente. Quel pomeriggio, a casa loro e della nonna, arrivarono la zia di Andra e Tati e loro cugino Sergio. I tre cuginetti giocarono insieme per tutta la sera; quando si fece l’ora di andare a dormire, la mamma e la zia ordinarono loro di andare a letto e i bambini ubbidirono. Quella notte, una spia, che lavorava in sinagoga e che li vedeva sempre, svelò il loro nascondiglio alle guardie tedesche . I tedeschi entrarono in casa e li caricarono su un treno merci, ma prima si assicurarono che non ci fossero persone nascoste per salvarsi né via di uscita.
Il treno merci dove li obbligarono a salire era pieno di polvere ma soprattutto di persone, non ci stavano in così tanti su quel vagone! Durante il lunghissimo e bruttissimo viaggio non avevano né da mangiare né da bere, la madre scrisse una lettera al padre di andra e Tati, che era in guerra, chiedendogli di venira a liberarle. Appena arrivati ad Auschwitz li misero in una fila per essere “ rinominati” con un numero che li convinceva di non essere degni di avere un nome come le altre persone. Li divisero in uomini, donne, bambini e anziani. I soldati portarono una parte degli anziani, tra cui anche la nonna, nelle camere a gas e successivamente nei forni crematori. Andra e Tati andarono nella baracche dei bambini con Sergio. La signora che li doveva controllare era più gentile e simpatica con loro che con gli altri bimbi. Un giorno ha dato loro delle giacchette per il freddo , un altro giorno ha dato loro più minestra. Ma, l’ultima volta ha salvato la loro vita…le aveva avvisate di non dire che volevano vedere la loro mamma quando glielo avrebbero chiesto. Loro hanno avvisato anche Sergio, ma quando hanno domandato chi voleva vedere la mamma lui non ha resistito e si è fatto avanti. La signora era stata chiara, quando l’ aveva detto perché Sergio e quelli che volevano riabbracciare i genitori sono stati utilizzati come cavie per dei progetti scientifici. Sergio è morto. Il giorno successivo arriva la madre alla baracca per vedere Andra e Tati dicendo che anche la zia è morta nel campo di sterminio. Qualche mese dopo ad Auschwitz arriva l’esercito russo pronto a liberare il campo di concentramento e trova Andra e Tati con pochi bambini rimasti in vita. L’armata russa porta questi bambini in un orfanotrofio, perché non sapevano che i genitori fossero vivi. Intanto la guerra è finita, il padre torna a casa sperando di trovare la moglie e le figlie vive. I russi vanno a liberare anche il campo di concentramento dove si trovava la madre di Andra e Tati, che tornò a casa a riabbracciare il marito. Insieme cercano le figlie. Dopo qualche mese, un signore che lavorava nell’orfanotrofio chiede ad Andra e Tati se riconoscevano i genitori. Loro riconoscono la madre e il padre e il signore le riporta a casa. La famiglia Bucci è di nuovo insieme. I ragazzini, prima di aver sentito le parle della guida , pensano che sia solo una gita sprecata e che non abbia senso andare a visitare il campo di concentramento. Carlo,un bulletto, prende in giro un ragazzino. Ma quando vede gli oggetti recuperati dagli ebrei durante la guerra, cambia idea. Osservò attentamente il filo spinato e si accorge che atteggiamenti ingiusti come quello vanno evitati. Si vede il suo cambimento. Dopo la visita aiuta un ragazzino. Prima però voleva mangiare nelle baracche, la professoressa gli fa notare che i quel luogo si mangiava solo una volta al giorno, della minestrina di tuberi, radici e bucce di patata. Carlo vide il filo spinato, ma non crede che sia successo veramente. La professoressa dice: “ Se ancora non ci credi, lascia che sia che ha vissuto queste ingiustizie che te lo spieghi!” Le sorelle Bucci raccontano ai ragazzi del numero sul braccio, molte persone pensavano che fosse il loro numero di telefono e loro spesso rispondevano di sì, perché non è il caso di raccontare a chi non sa, che tu hai vissuto dei momenti di grandi esperienze negative, a chi non conosci. Tutti quelli che vedono questi film sul razzismo, pensano che sia solo un numero che oggi c’è e magari tra un anno non più, ma non è così. Alle sorelle Bucci, “il marchio” è rimasto ancora oggi a distanza di almeno 70 anni!
È stato molto emozionante perché non pensavo che l’uomo potesse fare cose così ingiuste, sbagliate e sgradevoli, ma non solo, non avrei neanche immaginato che due bambine dell’età di Andra e Tati, nonostante tutte le sofferenze, riuscissero a resistere. Questo film è servito molto all’uomo, per capire che il razzismo serve a niente, anzi non è niente, vedendo cosa ha sofferto la civiltà ebrea si capisce quanto sia sbagliato. Di qualsiasi razza tu sia, a parte il fatto che le razze sono causate dal clima, sei come me, sei una persona che ha i miei stessi diritti e doveri, io devo rispettare le tue tradizioni anche se non sono le mie. Non mi interessa la tua razza, la tua religione o casa mangi. Io e te siamo diversi nelle tradizioni, ma uguali nelle opportunità e nel corso della nostra vita non possiamo dominarci a vicenda.
Giulia 5 E