- Lidia Beccaria Rolfi, Bruno Maida, Il futuro spezzato. I nazisti contro i bambini, Firenze, Giuntina, 1997. “Anche se mia mamma aveva tentato di nascondermi la verità, avevo sentito parlare le altre deportate e avevo intuito da sola il significato delle selezioni. Vedevo nella mia fila bambine più in salute, ancora ben messe, e nell’altra bambine magre come scheletri, affette da foruncolosi, con delle piaghe. Approfittai della confusione che si creava di solito in quelle situazioni, afferrai Lea per un braccio e la tirai sotto la mia coperta, mentre la Kapo aveva già dato ordine di uscire alla mia fila. Una volta tanto ci andò bene, lo capimmo subito. La nostra fila ritornava verso la baracca. Le altre non le vedemmo più. “
di Nancy Lavista – La Shoah è un evento che non bisogna prendere alla leggera. Anche se noi cerchiamo di ricordare cosa possa essere accaduto, non potremmo capire a pieno ciò che abbiano subito quelle persone. Non riusciremo ad immedesimarci in quelle situazioni di sconforto, di paura e di ingiustizia che le attanagliava in ogni secondo della giornata.
Questo avvenimento così tragico mi rimanda a situazioni che all’inizio credevo irrisolvibili, ma che poi si sono evolute con con delle semplici parole.
Questo evento viene identificato con il nome Shoah, il giorno per non dimenticare, per non far ripetere una strage del genere. Serve anche a farci riflettere e crescere dal punto di vista umanitario, ma soprattutto dell’anima.
Vediamo adesso una delle tantissime testimonianze su questo dramma.