//Violenza di genere

Violenza di genere

di | 2019-01-20T20:34:49+01:00 20-1-2019 20:34|Alboscuole|0 Commenti
di-Flavio La Torraca IIID Lucia Annibali è un’ avvocatessa che aveva una vita assolutamente normale, fino ad un tragico evento che la cambiò. A trentasei anni, nell’aprile del 2013, il suo ex, Luca Varani, che aveva lasciato due anni prima, assolda due albanesi per sfregiarle il volto con dell’ acido solforico. Lucia denuncia tutto fin da subito, accusa Varani, che viene arrestato dopo pochissimo.Dopo tutto ciò, lei non accetta nemmeno lontanamente di fingere che non sia accaduto nulla.Racconta all’ intera nazione quello che le è successo. Il suo invito alle donne nel mondo è quello di avere amor proprio, coraggio e voglia di raccontare le loro situazioni. È stata anche nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Secondo Lucia, Varani non aveva mai accettato di essere messo da parte, di diventare “secondario” nella sua vita. Il suo sfregio era un tentativo di farla diventare brutta, probabilmente per dirle: ”prova a cercare un’ altra persona che ti ami, ora sei sgradevole”. Ma lei non avrebbe mai accettato di stare al suo gioco, di chiudersi in se stessa. Fa molti interventi chirurgici, che migliorano il viso e la vista , sopporta tante sofferenza. Varani pensava che una donna fosse solo un “ volto” e, distrutto quello, non rimanesse più niente, ma si sbagliava. Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza di genere. La scelta del giorno non è casuale. Il 25 novembre 1960 le tre sorelle Mirabal sono state torturate, strangolate e buttate in un dirupo con la loro macchina per ordine del dittatore della Repubblica Dominicana, Trujillo, di cui le tre sorelle, chiamate anche “le farfalle“, erano feroci oppositrici. Purtroppo secondo l’ Europa, l’ Italia fa molto poco contro la violenza di genere. C’è poca preparazione da parte di chi deve intervenire, non ci sono abbastanza case rifugio per le donne che scappano. Non è facile intuire l‘ entità del problema perchè molte donne tacciono per paura di subire ulteriori aggressioni. Ci sono addirittura regioni, come Le Marche, dove di case rifugio non ce ne sono proprio. Inoltre al nord ce ne sono di più che al sud. I dati dell‘ Istat parlano chiaro: nel 2017, 50.000 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza, più del 50% di queste ha figli. Da gennaio 2018 ad oggi, sono state uccise 70 donne da chi diceva di amarle. Venerdì ho visto in tv un approfondimento Rai interessante, perché spostava l’ attenzione dalle vittime ai carnefici. La domanda-tema era: “ma se io sono stata aggredita perché sono io che devo andare in un centro quando è mio marito ad avere un problema?” Per rispondere a questa esigenza si stanno creando centri per uomini maltrattanti. Purtroppo sono ancora pochi gli uomini che vi si rivolgono, ammettendo la loro violenza, che può consistere anche nel rompere oggetti, intimidire, fare violenza verbale o esercitare un controllo economico. Il servizio spiegava anche che questi uomini, all‘ apparenza sono normali, potrebbero provenire da ogni classe sociale. Si comportano così perchè stressati, o perchè vivevano in famiglie in cui questa violenza era normale oppure perché ritengono la donna una loro proprietà.