//Piccoli giornalisti crescono. Gli alunni del “Santa Chiara – Pascoli – Altamura” vincono il mese di dicembre

Piccoli giornalisti crescono. Gli alunni del “Santa Chiara – Pascoli – Altamura” vincono il mese di dicembre

di | 2019-01-18T20:40:32+01:00 18-1-2019 20:40|Alboscuole|0 Commenti
Redazione – Con grande piacere che pubblichiamo l’articolo vincitore del mese di dicembre del concorso “Piccoli giornalisti crescono”. I vincitori sono gli alunni della classe III B dell’I. C. “Santa Chiara – Pascoli – Altamura” di Foggia: Cognetti Barbara, Forchignone Giosuè, Imperiale Vittorio, Morese Francesco, Viggiano Francesco Paolo, Wu Rongjie………

Lukosfilìa: la crasi dell’amicizia

Quid dulcius quam habere, quicum omnia audeas sic loqui ut tecum?, così scriveva già nel 44 a. C. l’oratore latino Cicerone nel Laeluis de amicitia. Pare che, a distanza di secoli, si possa essere ancora d’accordo con lui se, nel delineare un identikit di un amico, si pensa ad una persona con cui confidarsi liberamente, a cui affidare ogni cosa, sicuri che custodirà le nostre confidenze più intime e i nostri segreti, senza mai giudicarci. Questo rapporto deve essere basato sulla sincerità, sulla fiducia e sul rispetto reciproco, da coltivare nel tempo. L’amico è un porto sicuro, dove potersi ancorare nei momenti più bui e trovare conforto e protezione come nel grembo materno. In che modo costruire questo legame lo spiega la Volpe al Piccolo Principe nel celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry, quando decide di farsi “addomesticare” siglando un rapporto di unicità reciproca. Eureka: chi trova un amico trova un tesoro! Ma è così naturale trovare un amico? Sui social sembrerebbe proprio di sì, anche se quello stesso click viene usato indifferentemente per “accettare” o “eliminare” gli amici virtuali: Bauman la definisce “amicizia liquida”. E anche Hobbes avrebbe qualche dubbio sulla genesi del sentimento, se la nostra interpretazione del suo Homo homini lupus è corretta. I recenti fatti di cronaca ne danno conto: i diffusi attacchi terroristici sono il segnale evidente di chiusura e rifiuto nei confronti dell’altro, inteso come diverso. L’accoglienza, in una società multietnica come la nostra, va disciplinata e regolamentata. Eppure, nella società filantropica del Settecento, il desiderio di guardare all’altro come ad un fratello è stato talmente urgente da essere sancito con il sangue della Rivoluzione francese, che segna una tappa fondamentale nella nostra Storia e pone i suoi ideali (liberté, fraternité, egalité)  alla base delle costituzioni degli Stati moderni.