di Antonio Boccia, Alessandra Duraccio, Francesco Ferraro – Il 7 dicembre 2018 è una data che sicuramente non si può dimenticare. Sarà ricordata per la tragedia al concerto a Corinaldo del noto trapper Sfera Ebbasta, dove hanno perso la vita sei ragazzi, nostri coetanei, e una mamma, mentre i feriti sono stati oltre sessanta.
La discoteca “Lanterna Azzurra” era affollatissima. A fronte degli 850 posti disponibili, sono stati venduti 1450 biglietti. C’è rabbia, tanta rabbia
e non è semplice ricercare il vero colpevole, in questo caso non è colpa di una sola persona, perché le situazioni che hanno contribuito a questa strage sono diverse.
Partiamo dal ragazzo che ha usato lo spray al peperoncino: non ha capito il male che con il suo gesto poteva fare e che poi ha fatto. Troppe volte tra di noi si fanno delle “ragazzate” senza pensare alle conseguenze, anzi se ti dissoci diventi subito un “nerd” da allontanare. E allora più trasgredisci e più sei interessante agli occhi degli altri.
Forse bastava che un amico con un forte senso di responsabilità lo convincesse a non entrare in discoteca con una bomboletta .
Come si può organizzare un concerto in un luogo chiuso e vendere 1400 biglietti quando il locale ne può ospitare solo 850,
mettendo a rischio la vita di tanti giovani, violando la legge e le norme di sicurezza?
Chi doveva controllare lo svolgimento del concerto ?
Dopo la tragedia sono intervenute tante forze dell’ordine. Perché dopo e non durante il concerto?
Perché chi ha rilasciato le autorizzazioni non si è accertato che fosse tutto in regola?
E allora è chiaro che non c’è un colpevole ma sono tutti colpevoli.
Ci saranno altre stragi del genere se non si interviene sui valori e sul senso di responsabilità. Se non cambiamo il nostro modo di essere, il nostro futuro sarà in pericolo.