di Giorgia Perrone – Un cielo stellato risplende per tutto il periodo natalizio in Piazza Sant’Oronzo, il salotto del centro antico di Lecce. Un tetto luminoso composto da 65mila punti luce, attraversato da effetti scenici, con “meteore” sparse. L’albero, illuminato da 15mila luci e alto 14 metri, è il simbolo del Natale leccese. Mi viene la curiosità di studiare la storia di questa affascinante piazza, scoprendone le trasformazioni attraverso i secoli
Il centro storico di Lecce è oggi l’emblema di un ambiente urbano che ha visto sommare, nel corso dei secoli, le testimonianze stratigrafiche delle epoche e delle civiltà che si sono succedute. Le testimonianze cinquecentesche e seicentesche – di Guidone da Ravenna, del Galateo, del Ferrari, dello Scardino, del Marciano e delle Cronache leccesi – tendono a descrivere lo spazio come un locus stratificato, dove è possibile, attraverso gli scavi, ripercorrere la storia della città e delle sue mitiche origini.
Agli inizi del Cinquecento Galateo scrive così di Lecce: “Che questa città sia molto antica e molto estesa, lo dimostrano gli archi, i corridoi, le fondamenta di vetusti edifizi costruiti con grandi massi rozzamente squadrati […] Tutta la città si è sovrapposta sulle rovine di altra età più antica ed è, in gran parte, pensile. La piazza e tutte le abitazioni ad essa contigue sono fondate sopra grandi archi e grandi volte”.
Ma più di ogni altro spazio pubblico del centro storico di Lecce, Piazza S. Oronzo resta il vero e proprio simbolo di tutte le trasformazioni urbanistiche, che si sono susseguite nel corso degli anni. A partire dagli ultimi anni dell’800, cominciò a divenire il luogo fisico della riscoperta della città antica, ma anche il teatro di profondi cambiamenti, talvolta anche drastici. Alla fine del XVIII secolo, con la visita a Lecce di Ferdinando IV di Napoli, si avviò anche quel pretesto per inaugurare un processo di ridisegno dello spazio pubblico, che sarebbe poi durato per oltre un secolo. Nel 1797, l’Università di Lecce decise di “rendere più vistosa la Pubblica Piazza” effettuando interventi di regolarizzazione volti ad ottenere un piazzale perfettamente rettangolare.
Fino a metà ‘800 la colonna votiva di Sant’Oronzo si presentava al centro della piazza (lato settentrionale), contornata alla base dalle statue degli altri compatroni di Lecce, ossia di S. Giusto, di S. Fortunato, di S. Petronilla e di S. Irene, ma questi ultimi furono eliminati in seguito per far spazio a quattro lampioni artistici. Su iniziativa del duca Sigismondo Castromediano, il Consiglio Provinciale di Terra d’Otranto deliberò nel 1868 l’istituzione di una “Commissione conservatrice dei monumenti storici e di belle arti” allo scopo di promuovere ricerche archeologiche e scavi nella regione salentina, nonché di curare la conservazione del patrimonio monumentale. Nella tornata del 15 maggio 1870, il Castromediano propose alla Commissione di “scavare nei cunicoli che appaiono nella piazza di S. Oronzo […] o in altri punti della città” e assegnò a Cosimo De Giorgi la direzione delle operazioni archeologiche. I due lati di piazza S. Oronzo si stavano trasformando sempre più. In seguito all’Unità d’Italia, tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900 – con un Sedile ormai adibito ad ospitare la statua di Garibaldi a cavallo – Piazza Sant’Oronzo si presentava ancora secondo un asse nord-sud perfettamente perpendicolare a quello attuale e vantava, inoltre, la presenza di una linea del tram. Questa tranvia, inaugurata il 25 giugno 1889 e soppressa nel 1933, collegava Lecce alla vicina località costiera di San Cataldo e Piazza S. Oronzo fungeva proprio da capolinea. La svolta più drastica e incisiva si otterrà però in seguito, con l’avvento dell’epoca fascista, durante la quale si esaltavano i valori della romànitas di tutta l’Italia, compresa Lecce. L’anfiteatro, simbolo di Roma e del potere imperiale fra la vecchia e la “nuova” romanità vantata dall’ideologia fascista, diventò quindi il protagonista principale della piazza e della politica di allora. Sotto il Regime, Lecce si dotò del primo Piano Regolatore Generale (P.R.G.) che prevedeva tra l’altro dei drastici lavori di sistemazione della piazza con l’obiettivo di mettere in luce l’anfiteatro. Tra il 1935 ed il 1937, vennero redatti due Piani Particolareggiati – approvati con Regi Decreti – che disciplinavano l’ulteriore scoprimento dell’anfiteatro e la formazione di una nuova ed ampia piazza più a nord, centro monumentale della Lecce Fascista. Lo sterramento dell’anfiteatro cominciò a partire dal 1935, con i contributi del Ministero dell’Educazione Nazionale, della Provincia e del Comune di Lecce. Le ultime architetture inserite in Piazza S. Oronzo sono purtroppo il simbolo del cattivo gusto che si andava diffondendo negli anni vicini al “boom economico”, con una globalizzazione che cominciava ad imperare incontrastata con le insegne luminose sulle terrazze squadrate.