- i ragazzi durante l’ora con la supplente della professoressa Gueguen hanno creato subbuglio, questo è un segno di paura nei confronti dell’adulto. Può essere paragonato all’abbaiare dei cani difronte all’ignoto. Di conseguenza, pensando di sentirsi “più forti, più importanti del professore ,dimostrano un senso di paura e anche di inferiorità nei confronti dell’adulto;
- la discriminazione che si evince dalle continue parole scurrili che gli studenti attribuiscono ai propri compagni di classe; oppure da una scena, che ripensandoci mi ha lasciato seriamente spiazzato:“Una signora anziana entra nell’autobus e di conseguenza, data l’età avanzata di questa, una ragazza di colore le cede il proprio posto. Inizialmente l’anziana signora finge di non aver sentito, poi se ne va in un altro punto del pullman, il più distante possibile dalla ragazza, probabilmente musulmana.”;
- l’ultima scena in cui la classe Seconda vince e si classifica prima per il migliore lavoro. Mi ha suscitato veramente tante emozioni. È stato incredibile vedere il volto felice degli alunni di una classe, inizialmente, definita la peggiore, che poi si riscatta e dimostra a tutti di essere capace e in gamba.
di Giandomenico Manfredi – (classe 3^A) Nella banlieu di Créteil, a sud-est di Parigi, l’insieme delle etnie e delle differenti confessioni religiose ha numeri ben sopra la media. Al liceo Léon Blum, in particolare, c’è una classe multiculturale litigiosa e indisciplinata che crea problemi al preside e al corpo docente. Solo la professoressa di storia, Anne Gueguen, pare essere in grado di farsi ascoltare da quei ragazzi. Non solo, contro il parere di tutti, inizialmente scoraggiata dagli studenti stessi, la Gueguen sceglie proprio la Seconda “disastrosa”, anziché la gemella “europea” e più disciplinata, per partecipare al concorso nazionale della Resistenza e della Deportazione. L’incontro con la memoria della Shoah avrà un impatto indelebile sulla vita e sul comportamento dei ragazzi della banlieu.
Quello che la professoressa insegna con successo, attraverso questo concorso, è: il senso del dovere, trovare le proprie parole per esprimere il proprio pensiero e non cadere nella trappola terribile del silenzio-assenso; ancora: frenare l’utilizzo di parole, non solo quelle irrispettose e inaccettabili, opponendo loro un silenzioso rispetto. Con difficoltà i ragazzi e la professoressa riusciranno a superare il concorso ed arrivare primi.
Il film è stato semplice e, allo stesso tempo, intenso. Mentre ascoltavamo e guardavamo increduli tutto ciò che succedeva, le emozioni che scaturivano da ogni scena erano tante.
I momenti che mi hanno colpito sono stati i seguenti: