a cura di Giulia Greco, Alessandra Pollara, Gianluca Catalano e Loris Rincione – Tutti almeno una volta abbiamo avuto la curiosità di sapere come nascono le parole e, ascoltando un video di Vera Gheno – sociolinguista che collabora con l’Accademia della Crusca e ne gestisce il profilo Twitter come consulente linguistica – abbiamo capito che chiunque può inventare delle parole nuove. Dicendo chiunque ci riferiamo proprio a tutti, anche a dei bambini! Significativo infatti è il caso di Matteo, un bambino di terza elementare della scuola primaria “O. Marchesi” di Copparo (paesino in provincia di Ferrara) che, nel 2016 durante un compito sugli aggettivi, per descrivere un fiore ha usato il termine petaloso, cioè con tanti petali. La maestra ha segnato l’aggettivo come errore – un errore bello – sebbene fosse formato correttamente, con l’aggiunta del suffisso -oso al sostantivo petalo. Ha proposto, però, alla classe di inviare una lettera all’Accademia della Crusca per far inserire il termine nel dizionario della lingua italiana. Oggi troviamo petaloso nel dizionario Treccani, ma non nello Zingarelli, perché l’aggettivo non rispetta il criterio dei lessicografi, cioè non è stato usato da un numero ampio di persone, per un periodo abbastanza lungo e in contesti diversi. Petaloso è diventato virale grazie ai social media e, pur non essendo un neologismo della nostra lingua, ci ha insegnato che le parole di ogni lingua sono infinite e possono nascere anche da errori creativi. Inoltre Maria Cristina Torchia, la consulente linguistica dell’Accademia della Crusca, che ha risposto al piccolo Matteo, ha consigliato a lui e ai suoi compagni la lettura di un libro, il cui l’autore, Andrew Clements, racconta il funzionamento delle lingue e delle parole attraverso una storia avvincente e divertente. Il libro si chiama Drilla e ne consigliamo appassionatamente la lettura.