di Sofia Ferrigno (classe 3^E) – La notizia è di quelle importante non solo per il mondo scientifico, ma per il mondo intero. Il 26 Novembre scorso la Nasa ha inviato “lander Insight”, il quindicesimo veicolo spedito sul Pianeta Rosso dal 1971 ad oggi. Dirette TV hanno mostrato al mondo intero questa straordinaria missione vista da un punto di osservazione speciale: il JPL (Jet Propulsion Laboratory) ovvero il centro di controllo della missione nei 7 minuti di fiato sospeso della discesa del veicolo su Marte. Lunghissimi silenzi sono stati interrotti da momenti di entusiasmo accompagnati dalla felicità finale quando l’Insight ha regalato a tutti noi una foto del suolo marziano, segno del tanto atteso arrivo. La discesa è stata perfetta: alle 20:40, è avvenuta la separazione della sonda dalla piattaforma che l’ha portata fino a Marte. Alle 20:41 Insight si è posizionato correttamente per l’ingresso in atmosfera, che è avvenuto puntualmente sei minuti più tardi alla folle velocità di 19.800 chilometri orari. Alle 20:49 lo scudo termico ha raggiunto la temperatura di 1500 gradi e come previsto il surriscaldamento ha causato un temporaneo blackout nelle comunicazioni radio. Alle 20:51 si è aperto il paracadute e subito dopo è avvenuto il distacco dello scudo termico. Alle 20:52 è stato attivato il radar per misurare la distanza dalla terra.Il lander ha toccato il suolo alle 20:54. Alle 21:01 Insight ha inviato alla Terra il ‘beep’ per dire che era ‘vivo’ e funzionante, inviando la prima foto della superficie marziana. Questa spedizione è stata un tassello importante dal punto di vista scientifico perché parte di un ambizioso progetto denominato “exomars 2020” sostenuto dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dalla Roscosmos (Agenzia Spaziale Russa) che ha come obiettivo ultimo di inviare un rover nel 2020 per esplorare Marte e captare, grazie a un sensore speciale, i movimenti sismici e il funzionamento del sottosuolo marziano.
Un elemento importante, che rende noi italiani orgogliosi, è che su Insight c’è molto di italiano, in particolare è stato depositato sul suolo marziano Larri, uno strumento composto da una serie di specchi particolari, che hanno la caratteristica di riflettere il raggio di luce che ricevono nella stessa direzione da cui il raggio proviene. Se Larri viene puntato con un sistema laser, quindi, il fascio di ritorno va esattamente verso la sorgente.
Raffaele Mugnuolo, ricercatore dell’Agenzia spaziale italiana, spiega: «Con il posizionamento di Larri è come se avessimo tracciato idealmente una sorta di meridiano zero sul Pianeta Rosso». Larri rappresenta un punto fisso, localizzabile con estrema precisione, non è escluso che in futuro le nuove sonde che arriveranno su Marte potranno fare un atterraggio “guidato”, puntando il retroriflettore per sapere esattamente dove stanno andando.
Tanto per fare un esempio in futuro si potrà dire: «La nostra sonda è arrivata a x gradi a Est di Larri». Nascerà un nuovo linguaggio di questo tipo, come succede sulla Terra. A bordo c’è anche un sofisticato sistema di posizionamento che parla italiano. C’è poi Sardegna Deep Space Antenna, la grande parabola sarda per ricevere i dati della missione.
Una grande missione si è conclusa,ma tanti nuovi orizzonti si aprono davanti a noi.