di Nicola Rossoni, Sofia Gandossi e Alessandro Mamani (classi 1^C e 1^D) – Giovedì 15 novembre, noi classi 1^C e 1^D, abbiamo fatto visita al frantoio “Il Castelletto”.
L’Azienda Agricola Il Castelletto, situata a Tribulina, 400 m sul livello del mare, è un’importante realtà olivicola bergamasca e sede dell’unico frantoio della provincia.
Da più di sessant’anni conduce l’Azienda Agricola Il Castelletto la famiglia Lussana,
ma le sue origini sono antichissime. Vigneti ed oliveti circondano la Villa padronale del 1700, costruita su fondamenta romaniche risalenti al 1400.
Le colline scanzesi oltre a produrre dell’ottimo vino, grazie ai suoi vitigni, offrono anche una vasta produzione di uliveti, dove si trovano piante secolari di ulivo.
La passione che si tramanda di generazione in generazione, è uno degli elementi che rendono Il Castelletto un’azienda sempre pronta a crescere e ad accogliere persone che provengono da tutto il mondo.
Gli addetti, che dal punto di vista professionale sono due, ci hanno spiegato che le olive devono arrivare nel frantoio pulite, per poi essere caricate nella tramoggia.
C’è un dosatore, che serve a dividerle dalle foglie, dal dosatore si passa alla calamita che aspira corpi estranei ad esempio i batteri; poi ci hanno spiegato che chi ha problemi di cuore non può entrare per sicurezza, naturalmente è vietato fumare.
Le olive si lavano in una vasca poi vengono caricate su un rullo. Dopo c’è il ciclo della frangitura che serve a dividere il nocciolo dall’oliva.
Di seguito le lame raccolgono il nocciolo e ricavano della polpa, poi la gremolatura dove le olive restano per 10 minuti e vanno al separatore che ha due cilindri a due velocità diverse esterne e Interne 3150 giri.
Per una bottiglia di olio servono 10 Kg di olive.
Alla fine della visita i proprietari ci hanno fatto assaggiare con il pane il miglior olio della zona.
Questa esperienza è stata bellissima. Abbiamo potuto approfondire le nostre conoscenze sulla lavorazione delle olive, imparando qualcosa in più!
Noi siamo stati contenti di questa esperienza, ma lo sono stati ancora di più gli addetti che ci hanno mostrato il loro lavoro con orgoglio.