//Primavera

Primavera

di | 2018-11-30T10:28:35+01:00 29-11-2018 16:56|Alboscuole|0 Commenti

di Daniela Esposito – La primavera è una delle stagioni più belle e importanti dell’anno; il sole incomincia a sciogliere il grigiore invernale nell’animo delle persone, donando qualche nuovo cenno di allegria.

Nelle classi, lo sguardo degli studenti incomincia a correre verso gli scenari che offre il paesaggio e la mente vola verso il pensiero di un’estate che avanza sempre di più.

La primavera è un simbolo di rinascita, così come sbocciano i frutti e i fiori, anche i sentimenti incominciano a sbocciare; primo fra tutti l’amore.

Come l’amore che sboccia tra Véra e Julien nel libro “Amare” di Gilles A. Tiberghien. Il libro è scritto sotto forma di epistole, scambiate tra i vari personaggi. Queste lettere sono divise in quattro parti: le quattro stagioni.  Tra queste la primavera è la più toccante e significativa, perché, a differenza dell’inverno, dove i due protagonisti sono molto distanti o dell’estate, dove la storia d’amore diventa più fisica, in primavera, i due giovani incominciano, letteralmente, a sciogliersi e a conoscersi, incominciando ad amarsi con una dolcezza, che si fonde perfettamente con l’ambiente circostante.

La primavera è sempre stata, per poeti ed artisti, il simbolo di rinascita e bellezza. Molti cantanti, hanno scritto canzoni sulla primavera come: Maledetta primavera di Loretta Goggi, che racconta la storia di una donna che si lascia andare a una notte di passione, rendendosi, però, conto di essersi innamorata e di non essere corrisposta. Ella rimpiange di essere stata precipitosa in questo amore.

Quando sentiamo primavera, oltre alla stagione, ricordiamo subito anche la Primavera di Botticelli, dipinta tra il 1478 e il 1482.

Il dipinto nasce da alcuni schizzi fatti da Giuliano de Medici, dopo un litigio con Botticelli per la morte di Simonetta Vespucci, la musa dell’artista e la donna amata da Messer Medici.

Botticelli, però, incomincia a creare il dipinto, dopo la morte di Giuliano, perché, come dice lo stesso Botticelli nella serie Medici: Lorenzo il Magnifico; dopo la morte, c’è la vita.