LA GEMMA PERDUTA
di Eleonora Angela Bucci (classe 2^E) –
Stefano era un ragazzo di circa ventiquattro anni iscritto all’università di Bologna, la città in cui viveva da quando era piccolo.
Era la notte del diciassette giugno e Stefano stava elaborando la sua tesi di laurea davanti ad un computer più vecchio di lui che sperava di rivendere dopo aver trovato lavoro.
Erano oramai le tre di notte e non gli passava nemmeno un’idea in testa e così crollò addormentandosi sulla tastiera.
Nella sua mente tutto diventò offuscato e incomprensibile; si trovava sdraiato per terra con un cerchio di persone attorno vestite in modo strano che lo fissavano dritto negli occhi; uno di questi lo aiutò a rialzarsi e gli disse: “Benvenuto tra noi Sr. Norton, pronto per la missione?”. Stefano non capiva! Chi era Sr. Norton? E dove si trovava?
Con tutti questi dubbi nella testa seguì gli altri ragazzi, che dovevano essere più o meno una dozzina, e si diresse verso il Castello di un vecchio re e di sua moglie situato su una collina lì vicino. Entrati nel Castello il Re disse: “Norton, sei stato scelto per una missione importante. Il mio Regno è in rovina e, il Signore Oscuro ha rubato la mia gemma magica. Recuperala e salvaci!”. Stefano accettò la sfida e partì portando con sé solo una spada e dell’acqua.
Il viaggio sarebbe durato ore se non fosse stato per la dea Mantraga che Stefano incontrò a metà cammino. Era alta, con lunghi capelli biondi, indossava un vestito dorato ed azzurro e, cosa più strabiliante, fluttuava a mezz’aria.
Il suo compito era quello di guidare Norton durante il viaggio, cercandogli magari delle scorciatoie per accorciare il viaggio e magari renderlo anche meno faticoso.
Presero una scorciatoia decimando un’intera foresta e poi la maga abbandonò Stefano a quella che sarebbe stata la prova più difficile.
Davanti a lui c’era un troll ma non era una creatura normale, oh certo che no, quello che si erigeva davanti a lui più che un troll pareva un condominio! Era alto sedici metri, era blu, non aveva occhi ed era munito di una spada grande come un’ intera carrozza della metropolitana.
Intorno a loro c’era un fossato di lava e la terra brontolava e coceva come un calderone; la natura rigogliosa che aveva visto un’ora prima non c’era più perché era finito proprio….. dentro un vulcano!
Ogni passo del gigante si accompagnava ad un boato, sembrava una scossa di terremoto esattamente come uno di quelli che aveva studiato a scuola in quella città …. ah si, Fukushima! Non c’era tempo di pensare alla geografia, come avrebbe dovuto sconfiggere quel mostro?
L’ansia era sempre più grande, ma Stefano con coraggio corse ed infilò la sua spada nel piede del troll immobilizzandolo completamente e contemporaneamente iniziò a fuggire finché raggiunse il Signore Oscuro.
Il Signore Oscuro era seduto su un trono mastodontico e teneva in mano la gemma dorata del Re, la faceva dondolare come fosse un giocattolo con l’alto rischio di romperla.
Stefano esclamò: “Ridammi quella gemma se non vuoi diventare un ammasso di cenere”.
Il Signore Oscuro rise e aggiunse che l’avrebbe sfidato volentieri. I due non avendo più armi iniziarono a sfidarsi a mani nude.
Lottarono finché Norton nel togliere il mantello al Signore Oscuro lo spinse nella lava; con un balzo felino riuscì a prendere la gemma e a fuggire prima che il troll riuscisse a liberarsi dalla spada che aveva ancora conficcata nel piede.
Il ragazzo scappò di corsa fino a giungere al Castello per riconsegnare la gemma al Re. “Presto! Il regno sta per distruggersi!” esclamò Drangolone, il ragazzo che all’inizio aveva aiutato Norton ad arrivare al Castello.
Allora Stefano, con un salto prodigioso riuscì a posizionare la gemma sull’altare facendo tornare in un batter d’occhio tutto il regno fioren ……… .
“Ah, mi sono addormentato!”. Eh già, era tutto un sogno ma almeno adesso Stefano aveva un’idea molto interessante per la sua tesi di laurea.