//Concorso “I monumenti raccontano”.

Concorso “I monumenti raccontano”.

di | 2024-06-03T20:59:33+02:00 3-6-2024 20:47|Alboscuole|0 Commenti
a cura della classe III/E e della prof.ssa Rossana Parini – scuola Secondaria di I grado – ” Una ricerca di archivio e di testimonianze sull’edificazione del Monumento ai Caduti della Grande Guerra, a Tordandrea, che ha ricevuto il secondo premio” Poco discosto dalla piazza centrale di Tordandrea, all’ombra della chiesa parrocchiale, in un angolo del giardinetto dove i ragazzi trascorrono animati pomeriggi, trova posto un tozzo monumento che da un lungo secolo custodisce la memoria di ventidue figli della frazione di Assisi, soldati che immolarono la loro giovane vita nella sanguinosa 1^ Guerra Mondiale. Le poche carte conservate nell’Archivio di stato di Assisi e in quello parrocchiale, che è stato possibile esaminare, sono state la traccia seguita per risalirne all’origine, arricchite poi dalla lettura di altri contributi scritti e di testimonianze orali, per giungere così ad una ricostruzione storica che restituisce vita, sostanza e spessore a questa costruzione cara ai Torreggiani. All’indomani della fine del conflitto armato, grandi e piccoli centri abitati si adoperarono affinché fossero edificati dei monumenti ai caduti, in memoria perenne degli uomini che si erano spesi fino al sacrificio di sé, per la Patria. Anche Tordandrea, piccolo centro agricolo adagiato nella piana di Assisi, seguì questo desiderio collettivo, tanto che, fin dal 1919 si era costituito un Comitato paesano, con a capo l’allora parroco don Vincenzo Piazza, che si accollò l’impegno non facile di cercare finanze per la costruzione di un proprio monumento commemorativo. Il primo documento disponibile che ci viene incontro è una Autorizzazione del Comune di Assisi, datata 11 Marzo 1920, in cui l’allora commissario restituisce a don Vincenzo il progetto del monumento inviatogli, con il parere favorevole della “commissione di ornato” (cioè di decoro urbano) e con la preghiera “di far riprodurre in lucido il bozzetto medesimo” e restituirne la copia “per corredo degli atti”. Il desiderio così forte di erigere questo “ricordo marmoreo”, come viene espressamente chiamato, si scontrava dolorosamente con l’indigenza diffusa tra il popolo in quei tempi durissimi. Ma, come accade sovente, le difficoltà acuiscono l’ingegno, e veniamo a sapere che al parroco venne l’idea brillante di organizzare una lotteria, allo scopo di mettere insieme una sommetta di partenza, per dare intanto sostanza al sogno collettivo; a tal proposito, il prete, fece una precisa richiesta direttamente a Roma. In una lettera datata 10 Febbraio 1920, il dottor Mario Cingolani, deputato al Parlamento, fa presente che “il Presidente del Consiglio ha disposto la concessione di un dono a favore della lotteria organizzata dal parroco di Tordandrea di Assisi, allo scopo di erigere un ricordo ai militari del luogo morti per la Patria”. Segue, dall’Economato del Ministero dell’Interno, con data 12 Febbraio 1920, la comunicazione che, “a mezzo pacco postale è stato oggi rimesso al Presidente del Comitato un orologio da tavolo quale premio di S.E. il Presidente del Consiglio dei Ministri per la lotteria di beneficenza indetta pel 15 corrente”. Fin qui i documenti parrocchiali, a cui si aggiunge un contributo di Lire 100 della regina Margherita di Savoia, anch’essa contattata dall’infaticabile don Vincenzo. Con le risorse messe insieme con tanto sforzo, immaginiamo gli inizi del grande lavoro e la sua rapida conclusione, che sicuramente coinvolse tutti gli uomini in forze della frazione, i quali con generoso slancio misero a disposizione i ritagli di tempo sottratti ai propri gravosi doveri quotidiani, in una generosa gara ad offrire il proprio contributo per un’opera che sarebbe rimasta una viva testimonianza nel tempo. Alcuni documenti conservati all’Archivio di stato di Assisi ci permettono di aggiungere delle tessere a questa storia. In una lettera vergata a mano dal parroco e datata 11 Maggio 1920, rivolta al Commissario Prefettizio del Comune di Assisi, si fa presente che il giorno 23 p.v. “avrà luogo nella piazza del villaggio l’inaugurazione del monumento lapideo commemorativo con l’intervento del deputato del collegio on. Cingolani”, alla quale lo stesso Commissario viene invitato in forma ufficiale. Con l’occasione, il parroco prega vivamente quest’ultimo di “concorrere nelle gravi spese della patriottica commemorazione, tenuto conto delle scarse risorse economiche del comitato promotore”, ringraziando anticipatamente “anche da parte di questa buona popolazione”, firmandosi “umilissimo e devotissimo servo”. In un documento successivo, che reca la data del 18 Maggio 1920, il Commissario Prefettizio risponde che, vista la richiesta di “un contributo del Comune per erigere un ricordo marmoreo in onore dei frazionisti che asserirono con il loro sangue il diritto d’Italia alla sua redenzione”, e visto il contributo di Lire 250 già assegnato alla frazione di Petrignano per le onoranze dei propri caduti, delibera di contribuire con pari somma “per il ricordo marmoreo che il 23 Maggio corrente sorgerà nella piazza della frazione di Tordandrea”. Veniamo a sapere, così, della data di inaugurazione del monumento, come del resto è riportato con un’incisione, nella lastra anteriore dello stesso, in caratteri romani: XXIII Maggio MDCCCCXX. In data 20 Febbraio 1922, la Ditta Orfei, Preziotti & C., scalpellini in Assisi, presenta un conto di Lire 150 per un lavoro addizionale del nostro Monumento, comprendente “quattro colonne di travertino sostenenti la griglia di ferro, e posa in opera”; un documento di pochi giorni appresso dichiara che la Giunta comunale si è riunita in adunanza e, “veduta la nota della Ditta relativa al pagamento delle forniture” e ritenendo che il Comitato paesano “ha esaurito i suoi fondi e si trova quindi nell’impossibilità di provvedere al reclamato pagamento”, delibera all’unanimità di liquidare la Ditta con la somma richiesta di Lire 150, con grande sollievo dei poveri Torreggiani! Tenuto conto di questi pochi documenti, possiamo immaginare il lavoro serrato e instancabile di don Vincenzo Piazza (parroco della frazione dal 1919 al 1930) nel percorrere in lungo e largo il perimetro della sua parrocchia per mettere insieme gli scarni contributi delle famiglie numerose e provate da miserie e tragedie umane, a cui sicuramente si saranno aggiunte alcune somme più consistenti, elargite dalle poche famiglie più benestanti, proprietarie di campi e dimore più decorose. Ad una di esse apparteneva il signor Giuseppe Ciucciomini che, avendo a disposizione per il proprio lavoro, un camioncino, si offrì di trasportare il materiale da costruzione, proveniente da una delle cave del Subasio fino al paese. La testimonianza di sua figlia Anna Maria, signora dell’età di 95 anni, è un racconto avvincente, quasi surreale, che riportiamo integralmente: “Era primavera, quando a mio padre, poco più che ventenne, dettero l’incarico di andare a ritirare in una cava di marmo, sopra Assisi, gli elementi di un monumento da erigere in onore dei giovani compaesani, caduti durante le operazioni della Prima Guerra Mondiale. Giovane autista di ventidue anni, un po’ emozionato, pieno di buona volontà, consapevole del valore dell’incombenza, con un camioncino salì sopra ad Assisi, presso la cava, dove caricarono la colonna spezzata, simbolo delle vite sacrificate per la Patria, ed altri elementi più piccoli. E via! Con calma si avviò giù per la discesa, nelle vie strette e tortuose di Assisi. Durante il tragitto per la ripida strada che scende dal Vescovado all’ abazia di San Pietro, i freni cedettero alla grande pressione e si ruppero. Impossibile fermarsi! Il giovane, con determinazione, proseguì, guidando come poteva, schivando i carretti e le maledizioni dei carrettieri ignari. Per fortuna, le sbarre del passaggio a livello di Santa Maria degli Angeli erano alzate. Evidentemente la Madonna guardava e provvedeva! Pian piano, anzi velocemente, attraverso il paese, giunse in pianura e, finalmente, a Tordandrea! Quando raccontava l’episodio, mio padre non riusciva a trattenere l’emozione e concludeva: – Il Signore ha voluto che arrivassimo, io salvo ed il monumento intero!” L’opera è composta da quattro lastre in marmo (80×53 cm), sulle quali furono incise iscrizioni commemorative e i nominativi dei caduti, incastonate in una struttura squadrata in travertino sbozzato, e da una colonna centrale spezzata, con ghirlanda, alta quasi due metri; questo corpo è fissato a un basamento, rappresentato da un quadrato con il lato di 4 metri, orlato da quattro colonnine con catenella che ne delimita il perimetro. Dalle foto avute a disposizione, ne abbiamo osservato un piccolo cambiamento: in origine il monumento appare bianchissimo e solenne, nella piazza del paese; in una cartolina postale successiva appaiono quattro eleganti e svettanti cipressi sui quattro angoli e delle griglie in ferro che lo orlano; attualmente le quattro colonnine sono collegate tra loro da una catenella, come era in origine. Vogliamo riportare, uno ad uno, i nomi dei ragazzi caduti, ricordando con pietà che non si tratta certo di un semplice elenco, ma di vite umane che hanno respirato, lavorato, amato, immolato se stessi per una ragione più grande di loro, di cui non tutti avevano forse consapevolezza, data la giovanissima età.

I FRATELLI BALDELLI (figli di Nazzareno Baldelli) • Baldelli Antonio, classe 1892, morto il 6 Agosto 1915, durante la seconda battaglia dell’Isonzo, per ferite riportate in combattimento (23 anni) • Baldelli Roberto, classe 1888, morto il 6 Agosto 1916, sul monte Marmolada per ferite riportate in combattimento (28 anni) • Baldelli Pietro, classe 1891, morto il 18 Ottobre 1915, sul monte Marmolada, per ferite riportate in combattimento (24 anni) • Baldelli Amedeo, classe 1896, morto a Foligno, per malattia legata alla guerra (22 anni)

• Baldoni Bernardino, classe 1895, morto nel 1917, per meningite, all’ospedale di riserva di Torino (22 anni) • Balducci Antonio, classe 1888, morto nel 1918, mentre era alla guardia sul fiume Piave (30 anni) I FRATELLI BARTOLINI (figli di Angelo Bartolini) • Bartolini Giovanni, classe 1895, morto nel 1916, sul fiume Isonzo, per ferite riportate in combattimento (21 anni) • Bartolini Ruggero, classe 1898, morto nel 1918, in prigionia, a Meschede (Renania settentrionale), per malattia (20 anni) I FRATELLI BATTISTINI (figli di Francesco Battistini) • Battistini Giovanni, classe 1892, morto nel 1915, in un ospedale da campo, di colera (23 anni) • Battistini Natale, classe 1894, morto nel 1916, a La Spezia, per infortunio, Medaglia di Bronzo al valore militare (22 anni) • Belli Biagio, classe 1894, morto nel 1917, sul monte Vodice, per ferite riportate in combattimento (23 anni) • Ferracci Adriano, classe 1883, morto nel 1915, ad Oslavia, vicino Gorizia, per ferite riportate in combattimento (32 anni) • Filippucci Alessandro, classe 1880, morto nel 1917, disperso, in combattimento sul Piave (37 anni) • Gambacorta Eugenio, classe 1880, morto nel 1919, in prigionia, per malattia (37 anni) I FRATELLI MARCHESINI (figli di Carlo Marchesini) • Marchesini Attilio, classe 1891, morto nel 1915, a Romans d’Isonzo, per ferite riportate in combattimento (24 anni) • Marchesini Dante, classe 1894, disperso nel 1917, in combattimento, sul monte Asolone, una cima del monte Grappa ( 23 anni) • Pansolini Romeo, classe 1894, morto nel 1915, in ospedale (21 anni) • Pastorelli Carlo, classe 1891, morto nel 1916, in prigionia, in Stiria, per ferite gravi alla testa (25 anni) • Piobbico Amedeo, classe 1897, morto nel 1917, per ferite riportate in combattimento in Vallarsa (20 anni) • Rapo Argante, classe 1900, morto nel 1919, per polmonite e meningite nel manicomio di Aquileia (19 anni) • Sorignani Custode, classe 1898, morto nel 1919, nell’ospedale di Perugia, per tubercolosi (21 anni) • Sorignani Guido, classe 1891, morto nel 1917 sul monte Colbricon, per ferite riportate in combattimento (26 anni).  
La figura del caporal maggiore Guido Sorignani merita una nota particolare perché nel 1918 gli fu conferita la Medaglia d’Argento al valore militare, con la seguente motivazione: “Di servizio in una piccola guardia, quantunque ferito, riusciva, opponendo accanita resistenza, a trattenere un numero soverchiante di nemici, finché, colpito di nuovo e più gravemente, veniva trasportato al posto di medicazione. Spirava poco dopo, orgoglioso e lieto di aver adempiuto fino all’estremo sacrifizio il proprio dovere”. Preziosa, in questo contesto, è anche un’altra testimonianza della signora Annamaria Ciucciomini che ricorda:
“Sono nata il 10 aprile 1929 a Tordandrea ed ho conosciuto tutte le famiglie dei giovani del paese caduti nella guerra ‘15-’18, ma un contatto diretto l’ho avuto con la mamma di Biagio Belli perché era la nonna di mio marito Primiano Pieri. A distanza di quarant’ anni, soffriva tanto al ricordo di suo figlio caduto negli ultimi giorni delle operazioni della Grande Guerra. Era tornato per pochi giorni in licenza e, al momento di ripartire, avevano avuto dei dubbi in famiglia; ma, poiché avevano assistito alla cattura movimentata di un disertore che si rifiutava di tornare al fronte, da parte dei Carabinieri, e siccome allora era prevista la pena di morte, lo avevano lasciato, seppure a malincuore, ripartire. Appena rientrato nella zona delle operazioni militari, Biagio fu ferito e morì. La guerra terminò pochi giorni dopo! La sua mamma e i suoi familiari provarono una sofferenza indicibile. La poveretta, in ricordo dell’amato figlio e per alleviare la sua pena, non mancava di portare sempre una pianta fiorita presso il monumento”.
Dopo aver dimorato per ben 77 anni nella piazza centrale del paese, nel 1997 si decise, per realizzare sulla sua area un posto-auto con piantumazione di alberi, di collocarlo nello spazio del giardino pubblico dove, il 4 Novembre di ogni anno, viene onorata la memoria dei 22 soldati, con l’omaggio dal Comune di Assisi di una verde corona d’alloro; rito che si perpetua nel tempo, affinché rimangano imperiture la forza, il coraggio, la passione patriottica dei “ragazzi di Tordandrea”! Fonti: Documenti tratti dall’Archivio di Stato di Assisi e dall’Archivio Parrocchiale di Tordandrea. Arnaldo Fortini, I nostri morti, Assisi 1923 Accademia Properziana del Subasio. Francesco Santucci, Storia di Tordandrea di Assisi marchesato dei Baglioni, Assisi 1998 Accademia Properziana del Subasio. Amalia Pieri, I ragazzi di Tordandrea, ricordo dei soldati di Tordandrea caduti nella Grande Guerra 1915/1918, 2017 Proloco Tordandrea. Testimonianze orali e scritte della signora Anna Maria Ciucciomini. Siti WEB: www.tordandrea.com www.pietredellamemoria.it Foto storiche tratte dai siti web indicati; foto recenti realizzate dai ragazzi della classe che ha prodotto il presente lavoro.