Il giorno 07/03/2024, le classi terze della scuola secondaria di primo grado di Mongrassano Scalo, accompagnati dalle professoresse Bruno, Granieri, Martire e Pisano, hanno visitato il “Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia”, un luogo dedicato al tema della Shoah. Le classi sono state seguite da una guida che ha raccontato la storia del campo di concentramento più grande d’Italia, costruito nel 1940 dal governo fascista in seguito alle leggi razziali. Abbiamo assistito alla visione di un toccante documentario e abbiamo visto delle foto che rappresentavano scene di vita quotidiana. Qui le famiglie non erano divise come nel lager di Auschwitz, dove gli uomini e le donne erano separati. Il vasto campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso nel 1945. Vi furono internati ebrei e stranieri di varia nazionalità presenti sul territorio italiano. Abbiamo visto l’arredamento, in particolare mi è rimasto impresso che i letti erano senza materasso, ho riflettuto molto sullo stato in cui vivevano queste sfortunate persone. Il 25 aprile del 2004 è stato inaugurato il museo, costituito da documenti, foto, lettere e oggetti personali. Le baracche furono ristrutturate, qui vennero realizzati il museo e una sala convegni, sede di incontri ed eventi importanti della Shoah.
All’interno delle stanze ho notato un pianoforte che veniva utilizzato per suonare e stare insieme. Questi erano dei momenti unici, perché la musica rende liberi, attraverso la fonte di distrazione che rappresenta, anche io suono la fisarmonica. A Ferramonti furono possibili attività artistiche e musicali perché tra gli internati erano presenti musicisti e pittori, abbiamo appreso che venivano organizzati anche concerti musicali. È stata una mattinata interessante perché abbiamo visitato un luogo con una storia veramente importante.
Questo campo ha suscitato in tutti noi alunni un sentimento profondo di tristezza, ma bisogna conoscere il nostro passato. In classe poi con i miei compagni, ho considerato come sia stata importante per i deportati l’accoglienza degli abitanti del posto, che si sono dimostrati affettuosi e generosi con gli internati, e quanto invece sia malvagia a volte la mente umana, che per invidia e mania di potere sottomette e uccide.
Jonathan Santoro Classe terza A Mongrassano;
Articolo curato dalla professoressa Rosalba Granieri.
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