di Aurora Scarcelli, 2^ A
Quando sento parlare di “diversità” immediatamente mi balza in mente il monologo emozionante di Drusilla Foer esposto durante il Festival di Sanremo.
Fin da subito ho apprezzato e condiviso la sostituzione del termine “diversità” con il termine “unicità” perchè come dice Drusilla la parola diversità presuppone un confronto, un paragone. Io credo che gli esseri viventi non debbano essere oggetto di comparazione perché ognuno di noi è libero di essere ciò che vuole perciò trovo esatto l’utilizzo del termine “unicità”.
Nel dettaglio l’ “unicità” comprende pregi e difetti di ognuno di noi; quindi è un miscuglio di talenti, valori ma anche di fragilità e paure.
Solo quando ognuno di noi scopre e accetta la propria “unicità” è anche in grado di comprendere le unicità altrui e quindi di saperle rispettare.
Per promuovere il rispetto delle unicità bisogna favorire l’ascolto, ma non un ascolto qualsiasi; occorre un ascolto attivo che si fonda sull’empatia e sull’accettazione.
Un buon ascolto permette ad una persona di sentirsi compresa e non giudicata.