di PINA ALFIERI E LUCIA SANTAMARIA
Le classi terze dell’ istituto comprensivo Alfieri, lo scorso gennaio, hanno tenuto un incontro al teatro Magma, per la visione dello spettacolo Tingel contro Tangel, uno spettacolo comico adatto a qualsiasi età, con regista Libero De Martino e gli attori Donatella Faraone Mennella (Tangel) e Francesco Rivieccio (Tingel). Tingel & Tangel sono due clown; metafisico l’uno, patafisico l’altro che si incontrano, si scontrano e si incrociano mediante l’irrefrenabile comicità dei testi di Karl Valentin.
Esponente di spicco del cabaret tedesco, Valentin fu attore comico di innovazione, tanto da divenire in breve tempo un punto di riferimento per artisti che da lui presero spunto, come il drammaturgo e teorico del teatro tedesco Bertolt Brecht. Scrisse numerosi sketch comici. Leggendaria la sua cooperazione con Liesl Karlstadt. Lo humour talvolta dadaista di Karl Valentin è strettamente legato alla lingua e alla mentalità bavarese monacense.
Lo spettacolo racconta, scopre ed evidenzia quelle microverità della vita di tutti i giorni, di cui non si sa poi cosa farne, e ce le consegna pungenti e scoppiettanti mettendoci di fronte ad una crisi logica senza vie di uscita. Alla fine dello spettacolo, i ragazzi delle terze, hanno fatto alcune domande al regista e agli attori. Il regista ha risposto a tutte le nostre domande, rivelandoci alcune significati allegorici della sceneggiatura.
Perchè l’uomo non voleva andare a prelevare le cassette del suo amico?
“La moglie era Ebrea (ndr questo lo capiamo dal fatto che è una farmacista ) come anche il suo amico, e dato il contesto storico, aveva paura che la moglie scoprisse gli orrori che accadevano al tempo”.
Che cosa indossavano gli attori nella terza scena?
“Gli attori hanno in dosso un Pickelhaube (elmetto tedesco nella prima guerra mondiale) utilizzato come riferimento alla guerra”.
Perchè gli attori alla fine dello spettacolo hanno lanciato tutti gli oggetti utilizzati nelle scene sul pavimento?
“Gli oggetti lanciati per terra andavano a significare la, le case dopo il bombardamento quindi di conseguenza una casa disordinata senza un senso logico con oggetti di vita quotidiana lanciati per terra”.