di Maria Consiglia Batti- Alessandra Mallia Milanes-La nostra società ci lascia molto liberi, dandoci la possibilità di non annullare la nostra identità. Ma capita spesso che il confine fra ciò che è bene per la collettività e ciò che ci fa piacere non sempre combaciano. Un esempio di comportamenti ingiusti per la collettività sono: rovinare i muri degli edifici pubblici con scritte, disegni e graffiti volgari, gettare cartacce, spazzatura e mozziconi di sigarette per terra o in mare, causando grandi danni all’ambiente. A scuola, per esempio, succede spesso che vengono danneggiati i banchi, le aule, la palestra, i servizi igienici, con il solo scopo di dimostrare “forza e audacia”, come i vandali che danneggiano i musei, le opere artistiche, i negozi e le automobili. Questi sono alcuni dei tanti comportamenti più diffusi, che non ci permettono di attribuire ai responsabili l’appellativo di “delinquenti”, ma senza dubbio, non sono da considerare “giusti” e possono sfociare in comportamenti “ illegali”. Perciò ogni volta che dobbiamo compiere un’ azione ci dobbiamo chiedere “il mio atto nuoce a qualcuno? Se mi trovassi al loro posto mi darebbe fastidio?” Bisogna rendersi conto che determinati comportamenti, apparentemente innocui, possono apparire fastidiosi e inopportuni per gli altri. Se noi vogliamo comportarci sempre “come ci pare e piace”, finiremo per pensare solo a noi stessi e questo non porterebbe a situazioni di pace, ma darebbe inizio a situazioni sempre più distruttive. Il rispetto è un concetto che deve essere sempre al primo posto, in modo che tutti possano vivere insieme affermando di essere liberi. Non dobbiamo considerare la libertà come una mancanza di rispetto verso gli altri, ma riflettere sul senso di responsabilità che accompagna le nostre scelte, mettendo da parte le convinzioni personali e gli egoismi per il bene comune.