di Michelangelo Suma, Classe 5^ AE. – Il calcio argentino è in subbuglio. Le controverse proposte del neo presidente Argentino Javier Milei sembrano non limitarsi solo al mondo della politica, ma al contrario sembrano toccare tutti gli aspetti della cultura argentina, fra cui il calcio, sport più seguito nel paese assieme a Hokey su prato e Rugby. La proposta sarebbe quella di una completa privatizzazione del calcio argentino, che, secondo Milei, attirerebbe imprenditori stranieri a comprare le squadre del paese e a migliorare il campionato. A questa proposta le squadre argentine: del Boca Junior, del River Plate, del San Lorenzo de Almagro, del Club Atlético Tigre e del Racing Club de Avellaneda, hanno espresso la loro contrarietà, prendendo quindi le distanze dalla nuova prospettiva di privatizzazione. Significative sono state le parole del neo presidente ed ex giocatore del Boca Juniors Juan Román Riquelme, il quale ha affermato di rimanere fedele alle origini della squadra, ratificando il carattere di associazione civile senza scopo di lucro e ricordando che la squadra appartiene ai tifosi e ai soci. L’idea di privatizzare il calcio argentino non nasce da Milei, ma è un’idea che aveva preso piede già nel 2015 con l’ex presidente argentino Mauricio Macri, il quale aveva ipotizzato di convertire le società di calcio da organizzazioni senza scopo di lucro a società per azioni. Milei ha aggiunto a questa proposta una serie di tagli ai sussidi per le squadre, fra cui i premi in denaro dati dal campionato argentino. La situazione economica in Argentina è molto complessa e naturalmente nessuno può essere in grado di avere un’idea precisa a riguardo. È comunque innegabile affermare che questa proposta possa essere un’insidia pericolosa, poiché non è assolutamente detto che imprenditori stranieri investano dei soldi sulle squadre in Argentina e non è detto che arrivino imprenditori realmente ricchi; inoltre, quest’idea rischia di spazzare via una tradizione di valorizzazione dei giovani calciatori, che da sempre fa riconoscere il calcio argentino in Sud America e nel mondo, perché le squadre, senza i sussidi provenienti dal campionato, saranno costrette a cedere subito i loro migliori talenti a cifre basse, pur di far quadrare i bilanci. Situazione quindi molto caotica nella terra di Maradona, ed è probabilmente solo l’inizio!