L’orca (Orcinus orca) è un mammifero marino, appartenente alla famiglia dei delfini, che abita, in genere, tutti i mari e oceani del mondo. Questi esemplari hanno una dieta molto ampia, anche se singole popolazioni sono specializzate in particolari tipi di prede. Alcune si nutrono esclusivamente di pesci, mentre altre cacciano uccelli e pinguini, leoni marini, foche, balene e delfini. Le orche che vivono nelle acque dell’Antartico sono specializzate nella caccia delle foche. In particolare, questi animali si nutrono quasi esclusivamente di foche di Weddell, cacciatrici notturne. Proprio questa estrema specializzazione alimentare, associata alle caratteristiche anatomiche e genetiche, è uno dei caratteri che più distingue questa popolazione di orche da quelle che vivono negli altri oceani. Ciò le ha portate a sviluppare una distinta tecnica di caccia collettiva. I cetacei individuano le proprie prede mentre si riposano su lastroni di ghiaccio alla deriva e sono in grado di catapultarli in acqua dopo aver generato una potente onda con il movimento delle code di diversi individui. Se non riescono al primo tentativo, le orche insistono aumentando la potenza dell’onda, fino a che la sfortunata foca non viene scaraventata in acqua. A questo punto alle cacciatrici non resta che sbarrarle tutte le vie di fuga e catturare comodamente la grassa preda. Si è osservata anche una coppia di orche, in Sudafrica, mentre dava la caccia a numerosi squali bianchi. Con colpi di coda stordivano lo squalo che cercava di sfuggire, dopodiché, una delle orche passava sotto la pancia dello squalo mordendolo e strappando la parte che corrisponde al fegato, organo di cui le orche, appunto, sono ghiotte in quanto ricco di sostanze nutrienti. In entrambe queste situazioni di caccia erano presenti alcuni giovani cuccioli che così vengono istruiti dai più anziani nelle tecniche di caccia, dimostrando che in questa specie è presente una forma complessa di trasmissione culturale tra generazioni. A volte sono proprio gli individui vecchi a posizionare la preda sul blocco di ghiaccio in modo tale che il giovane individuo possa ripetere quanto osservato dai grandi e fare pratica. Malgrado la fama di predatori spietati, che possiedono dai tempi di Plinio il Vecchio, in natura gli attacchi all’uomo sono rarissimi. Si contano invece alcuni attacchi, anche fatali, avvenuti in cattività, probabilmente in condizioni di stress particolari.