di Rebecca Dote, classe V A Scuola Primaria “G. Albini”
Tanto tempo fa, in una scuola abbandonata in cui si pensava che la magia non esistesse, c’era un secchione di dodici anni di nome Edoard, l’unico che credeva nella magia.
Da quando era in quella scuola veniva preso in giro perché era un ragazzo molto timido, aveva occhi verdi, capelli rossi ed era magrolino.
Una notte era seduto su una panchina e un fulmine lo colpì sul petto e sentì una voce che gli annunciava che lui era il prescelto per sconfiggere il male, cioè Manble.
Quella voce era la magia che gli diceva che tra poco Manble avrebbe distrutto la scuola e quindi avrebbe dovuto agire al più presto per sconfiggerlo.
Edoard non credeva alle sue orecchie, si sentiva emozionato come il protagonista di uno dei suoi libri preferiti.
Il giorno dopo, scappò dalla scuola per andare a cercare Manble, ma si ricordò il sogno che aveva fatto quella notte: doveva restare nella scuola perché Manble era li. Allora corse di fretta e furia, ma Manble con la forza del pensiero gli fece credere che non poteva sconfiggerlo.
Edoard non si fermò e mentre camminava, un ometto che aveva sentito voce della sua missione, lo aiutò donandogli il Topazius cornante.
Era una pietra preziosa di colore giallo chiarissimo che si trovava raramente nelle miniere indiane, aveva poteri energetici e funzionava come calamita.
L’ometto gli disse di usarla con furbizia.
Appena prese il Topazius, il cielo diventò nero e iniziarono a cadere fulmini.
Capì che era Manblè che non accettava che lui avesse il Topazius, per questo lo stava ostacolando.
Edoard arrivò a scuola e trovò Manble: era una figura nera e alta.
Edoard avvicinò la pietra al suo petto e la ferita del fulmine si illuminò. Gli diede una forza grandissima.
Manble non esitò, gli lanciò un fulmine, ma Edoard lo schivò e gli puntò il Topazius e questo si attaccò a Manble e lo disintegrò.
Grazie ad Edoard la scuola capì che la magia esiste davvero.
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