Il Willow Project è un progetto petrolifero condotto da Conoco Phillips che punta alla costruzione di 250 pozzi petroliferi, 60 chilometri di strade, oltre 620 chilometri di oleodotti e un impianto di trattamento. Questa notizia ha provocato un polverone, poichè si stima che, durante i 30 anni di vita di questo progetto, verranno immessi nell’aria circa 287 milioni di tonnellate di carbonio inquinante, che equivarrebbe alla riattivazione di un terzo di tutte le centrali a carbone negli Stati Uniti. Questa decisione presa dall’attuale presidente degli stati uniti, Joe Biden, ha provocato la protesta della maggior parte dell’elettorato, perchè si è conquistato la presidenza degli Stati Uniti anche per la sua scelta di prendere misure più severe per tutelare sia il clima che l’ambiente. Stando al programma di governo di Biden, gli Stati Uniti dovrebbero riuscire a ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra del 50-52% rispetto ai livelli del 2005 già entro il 2030. Per poi azzerare le emissioni nette entro il 2050, ma il condizionale è d’obbligo, soprattutto dopo l’attivazione del Willow Project. La crisi climatica riguarda la sicurezza umana, economica, ambientale, nazionale, e la stessa vita sul nostro Pianeta. “Per questo è doveroso condividere con voi come gli Stati Uniti stanno affrontando la crisi climatica con urgenza e determinazione per garantire un pianeta più pulito, più sicuro e più sano per tutti noi”. Quando ha pronunciato queste parole alla Cop27, la Conferenza sul clima che si è tenuta in Egitto a novembre 2022, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato interrotto più volte dagli applausi. Il pubblico del centro congressi di Sharm el-Sheikh, con ogni probabilità, non immaginava che appena quattro mesi dopo sarebbe stato proprio lui a dare il via libera al progetto Willow. Cioè a una gigantesca operazione di trivellazioni petrolifere in Alaska. Una bomba fatale per clima e ambiente in piena regola, studiata meticolosamente e costruita a tavolino. Quando esploderà, sarà una catastrofe!