Noi vediamo il mondo come un posto felice e sereno senza tante preoccupazioni o paure, ma in altre parti della terra azioni per noi normali, come andare a prendere l’acqua al supermercato, utilizzare la luce, vivere nelle case al caldo o andare a scuola in altri posti, non sono così scontate.
Viviamo nella ricca e prosperosa parte del mondo, ma molto spesso non ci chiediamo cosa significa vivere dall’altra parte.
A volte mi pongo delle domande su come potrebbe essere la terra se tutti fossimo uguali e se tutti avessimo le stesse possibilità.
A scuola sono molto attenti a questo tema per questo hanno invitato un’associazione “Noi per Zambia”, che è venuta a spiegare le tristi realtà che non vengono dette. A raccontarcelo sono state quattro persone, di cui una maestra, un grafologo, uno pneumologo e la sua assistente.
La maestra che ha fatto dei viaggi in Zambia insieme a una volontaria delle nostre zone, ci ha mostrato le strade, le case e le persone tramite foto: le loro abitazioni precarie e scomode senza pavimenti, il loro modo di cucinare e nutrirsi povero e a volte insufficiente. I volontari hanno deciso di portare aiuto a queste comunità, consegnando tutti i sabati mattina alimenti essenziali come uova, pesce essiccato e dei saponi per la loro igiene.
Nonostante ciò, la cosa che fa riflettere è la voglia dei bambini d’imparare e di andare a scuola, perché lo studio per loro è l’unico mezzo di libertà. Le scuole sono suddivise in sezioni maschili e femminili. Per andare a scuola i bambini percorrono enormi quantità di chilometri a piedi senza mai stancarsi; le lezioni si svolgono metà nella loro lingua locale e metà in inglese (la lingua dei colonizzatori). La mensa per loro è molto importante, perché è il loro primo pasto della giornata. Una volta terminate le lezioni, puliscono con la cera le loro aule e poi ritornano a casa; nel tragitto devono prendere l’acqua dai pozzi e farsela bastare per un intero giorno; questa cosa crea anche dei problemi di salute legati alla poca igiene, perché la stessa acqua viene utilizzata per cucinare, per lavarsi e per pulire. Le malattie per loro sono una cosa molto preoccupante, infatti la malaria e l’influenza sono molto frequenti e dimezzano ogni anno la popolazione. Oltre al fattore malattie, un altro problema sono la malnutrizione e la denutrizione che colpiscono soprattutto i bambini e per curarli viene dato loro un composto di noccioline. Le malattie sono molto frequenti e gli ospedali sono molto piccoli e poco attrezzati, quindi molti ammalati vengono respinti. I volontari stanno cercando di contribuire con i loro aiuto, creando progetti e obiettivi per il futuro come allargare gli ospedali, mandare più risorse di cibo e creare delle strutture per le ragazze, perché purtroppo ancora oggi c’è una grande disuguaglianza tra uomini e donne.
Tutto quello che ci è stato raccontato mi ha colpito molto, facendomi riflettere su quanto noi siamo fortunati, ma soprattutto sul sostegno che hanno le persone tra di loro, sulla voglia d’imparare e di crescere dei bambini e sulla loro speranza, la speranza di un cambiamento. È il momento di agire e di comprendere meglio questo argomento smettendola con lo stereotipo “sono nati solo nella parte sbagliata del mondo”.
Matilde Mariotti classe 2 A