//Paolo Miles: una vita per la musica

Paolo Miles: una vita per la musica

di | 2023-04-27T13:23:04+02:00 27-4-2023 13:23|Alboscuole|0 Commenti
A cosa dobbiamo l’onore di averla qui alla Parini? Quest’anno sono docente di Sostegno grazie alla Musica e al diploma ottenuto al Conservatorio. Mi piacciono le sfide e attraverso il Sostegno  ho scoperto  un mondo affascinante e diverso da quello a cui ero abituato. –Da quanto tempo suona? Perché ha deciso di suonare la fisarmonica? Ho iniziato a suonare a cinque anni. Mio padre amava molto la musica ed anche mio nonno paterno era musicista. Suono il piano, la fisarmonica,  il bandoneon, l’organetto, la chitarra,  il basso, il sax. –Si è mai pentito della sua scelta? Non mi sono mai pentito e la rifarei 1000 volte. Per questo cerco di coinvolgere quanti più ragazzi possibile. –A quanti ragazzi ha insegnato? Avevo 17 anni quando ho iniziato a dare lezioni di musica. Avrò avuto almeno 150 allievi ed alcuni di loro hanno seguito le mie orme, diventando musicisti. Per imparare a suonare è molto importante esercitarsi tanto a casa. –Quale evento l’ha spinto a suonare? Da bambino ho sentito il suono della fisarmonica suonata da Astor Piazzolla: mi piacque molto il suono di questo strumento. Mio padre mi ha comprato un organo a due tastiere, ma non mi piaceva. La mia prima fisarmonica è arrivata quando avevo 6 anni. -A quali musicisti si è ispirato? Frequentando il Conservatorio, ho ascoltato moltissima musica. È stato bello suonare con diverse orchestre e andare anche all’estero. -È mai stato in TV? Sì. Ho partecipato a trasmissioni di Telenorba; della Rai, come “Uno Mattina”; di Tele 40; di Tele Dehon, per un concerto che è stato visto dal Papa, pochi anni fa. Ho suonato per Katia Ricciarelli. Su Youtube ci sono diversi video che mi riguardano, girati anche in Germania. –Che genere musicale preferisce? A parte il “rumore”, mi piace tutta la musica, anche il rock. La musica attuale è completamente diversa da quella del passato, ma è  sempre stato così: la musica cambia sempre, così come cambia il mondo. Oggi siamo nell’epoca della musica di consumo: molte canzoni attuali fanno momentaneamente colpo, ma non restano impresse. Una canzone che racconti una storia in cui possiamo identificarci e che contenga un motivo orecchiabile, può restare bella per sempre. A me piace la musica, suonata o cantata, se mi trasmette qualcosa, se suscita emozioni,  magari anche far venire i brividi. Immaginate un mondo senza musica… La musica è come la fede: ti fa andare avanti anche nelle tragedie più impensabili. La musicoterapia può addirittura far  risvegliare dal coma . Chi fa musica non è mai solo: viaggia con la fantasia in altre dimensioni. Più dai alla musica, più lei ti dà. Ed anche se la lasci,  ti basta “rispolverarla” per ricordare come si suona.