–A cosa dobbiamo l’onore di averla qui alla Parini?
Quest’anno sono docente di Sostegno grazie alla Musica e al diploma ottenuto al Conservatorio. Mi piacciono le sfide e attraverso il Sostegno ho scoperto un mondo affascinante e diverso da quello a cui ero abituato.
–Da quanto tempo suona? Perché ha deciso di suonare la fisarmonica?
Ho iniziato a suonare a cinque anni. Mio padre amava molto la musica ed anche mio nonno paterno era musicista.
Suono il piano, la fisarmonica, il bandoneon, l’organetto, la chitarra, il basso, il sax.
–Si è mai pentito della sua scelta?
Non mi sono mai pentito e la rifarei 1000 volte.
Per questo cerco di coinvolgere quanti più ragazzi possibile.
–A quanti ragazzi ha insegnato?
Avevo 17 anni quando ho iniziato a dare lezioni di musica.
Avrò avuto almeno 150 allievi ed alcuni di loro hanno seguito le mie orme, diventando musicisti.
Per imparare a suonare è molto importante esercitarsi tanto a casa.
–Quale evento l’ha spinto a suonare?
Da bambino ho sentito il suono della fisarmonica suonata da Astor Piazzolla: mi piacque molto il suono di questo strumento.
Mio padre mi ha comprato un organo a due tastiere, ma non mi piaceva. La mia prima fisarmonica è arrivata quando avevo 6 anni.
-A quali musicisti si è ispirato?
Frequentando il Conservatorio, ho ascoltato moltissima musica. È stato bello suonare con diverse orchestre e andare anche all’estero.
-È mai stato in TV?
Sì. Ho partecipato a trasmissioni di Telenorba; della Rai, come “Uno Mattina”; di Tele 40; di Tele Dehon, per un concerto che è stato visto dal Papa, pochi anni fa. Ho suonato per Katia Ricciarelli. Su Youtube ci sono diversi video che mi riguardano, girati anche in Germania.
–Che genere musicale preferisce?
A parte il “rumore”, mi piace tutta la musica, anche il rock.
La musica attuale è completamente diversa da quella del passato, ma è sempre stato così: la musica cambia sempre, così come cambia il mondo.
Oggi siamo nell’epoca della musica di consumo: molte canzoni attuali fanno momentaneamente colpo, ma non restano impresse. Una canzone che racconti una storia in cui possiamo identificarci e che contenga un motivo orecchiabile, può restare bella per sempre.
A me piace la musica, suonata o cantata, se mi trasmette qualcosa, se suscita emozioni, magari anche far venire i brividi. Immaginate un mondo senza musica…
La musica è come la fede: ti fa andare avanti anche nelle tragedie più impensabili. La musicoterapia può addirittura far risvegliare dal coma . Chi fa musica non è mai solo: viaggia con la fantasia in altre dimensioni.
Più dai alla musica, più lei ti dà. Ed anche se la lasci, ti basta “rispolverarla” per ricordare come si suona.